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Napoli – Il sondaggio pubblicato da Il Mattino sui probabili candidati alla presidenza della Regione Campania ha gettato in un comprensibile sconforto il M5s e il centrodestra. La rilevazione, effettuata tra il 23 e il 25 settembre da Winpoll Arcadia, vede il governatore uscente, Vincenzo De Luca, in testa con il 37% di fiducia degli intervistati, seguito dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, al 28,5%.
 
Mara Carfagna di Forza Italia è la prima esponente di centrodestra in classifica, con il 16,9%, ma difficilmente lascerebbe il suo ruolo di protagonista di primissimo piano della politica nazionale in un momento così delicato per dedicarsi alle elezioni regionali.
 
Malissimo il M5s: il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, al 7,9%; Valeria Ciarambino è al 5,2%. Edmondo Cirielli, di Fratelli d’Italia, è inchiodato al 4,5%. Sostanzialmente, l’elettorato campano premia due leader di centrosinistra, come De Luca e De Magistris, e boccia senza appello moderati e pentastellati.
 
Al di là della consueta cautela con la quale vanno analizzati i sondaggi, il dato è troppo eclatante per non meritare qualche considerazione. Il centrodestra sconta la totale assenza di proposte programmatiche, oltre al corto circuito provocato dalla crescita a dismisura, anche in Campania, della Lega, ai danni di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Una crescita che per molteplici ragioni non potrà però sfociare in una candidatura leghista alla presidenza della Regione Campania: impensabile che il centrodestra corra il rischio di affrontare una campagna elettorale che vedrebbe il centrosinistra utilizzare in lungo e in largo temi e argomenti identitari e antiautonomisti.
 
Dunque, tra M5s e centrodestra sembra scoppiata una insolita quanto grottesca alleanza, che si traduce nella speranza, nell’auspicio, che sia la magistratura ad “azzoppare” De Luca. Un segnale di estrema debolezza, di vuoto di proposta politica e programmatica, una innaturale intesa che produce effetti paradossali. Due giorni fa Valeria Ciarambino, leader del M5s in consiglio regionale, commentando un’inchiesta della magistratura che non vede indagato De Luca, si è lanciata in un attacco ai giudici:
 
“Il sistema delle fritture di pesce a sua insaputa!”, si intitola il post su Facebook della Ciarambino, che scrive: “ De Luca è presidente della Regione, commissario alla sanità e assessore alla sanità. Ha nominato come direttori generali di Asl e ospedali tutti i suoi fedelissimi per avere il controllo totale della sanità. Scoppia un’indagine gravissima secondo cui si sarebbero verificati fatti illeciti che coinvolgono la Regione per favorire imprenditori privati della sanità. Ma per i magistrati: “Dinamiche illecite e collusioni. Ma il governatore non c’entra: non aveva tecnicamente capito ciò che firmava. Resto senza parole”.
 
Passano 24 ore, e Gaetano Amatruda, storico portavoce dell’ex presidente della Regione e leader dell’opposizione, Stefano Caldoro, di Forza Italia, rilancia lo stesso concetto usando anche le medesime parole della Ciarambino: “Il governatore a sua insaputa. Collusioni in sanità. Per i magistrati”, scrive Amatruda, “(ma attendiamo conferme) in Campania <Dinamiche illecite e collusioni. Ma il governatore non c’entra: non aveva tecnicamente capito ciò che firmava>. Ma no, capisce bene e come se non capisce bene …”.
 
Dunque: la Ciarambino se la prende con i magistrati perché non indagano De Luca, e Amatruda fa lo stesso, usando esattamente le stesse parole. A questo punto, proponiamo a M5s e Forza Italia una bella alleanza per le prossime regionali in Campania. Il programma, sarebbe tutto un programma.
 
di Carlo Tarallo