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Napoli – La commissione Ambiente ha oggi affrontato nuovamente il problema della messa in sicurezza e del risanamento dell’area ex Safco di via Botteghelle, a Ponticelli. E’ forte l’allarme dei residenti, soprattutto per le esalazioni maleodoranti che provengono dall’ex area industriale che l’estate scorsa fu anche teatro di un incendio, poi domato dai vigili del fuoco, e che resta ancora oggi un’area di deposito di rifiuti, la cui natura non è stata ancora definitivamente accertata, così come non è stato attivato il monitoraggio del grado di inquinamento di aria e suolo. Proprio il monitoraggio della qualità dell’aria, l’accertamento della natura dei rifiuti e la messa in sicurezza del sito sono le azioni da intraprendere al più presto, come ha detto il presidente della commissione Marco Gaudini che ha invitato al confronto odierno l’assessore all’Ambiente Raffaele del Giudice, l’Arpac (Agenzia regionale per l’Ambiente) e il capitano della sezione ambientale della Polizia Locale Del Gaudio.

La commissione Ambiente, insieme alla commissione Qualità della vita, ha svolto un sopralluogo lo scorso 4 aprile, ma già in numerose occasioni si è occupata dell’area che ospitava un sito industriale. L’area fu oggetto anche di una ordinanza sindacale “chi inquina paga” nel 2014 che prevedeva lavori di bonifica “in danno” dei proprietari. Oggi, ha ricordato il presidente Gaudini, dopo che il Comune ha vinto nel ricorso al Tar, quella stessa ordinanza è efficace, e in ogni caso l’Arpac deve attivare tutte le procedure per monitorare l’aria e il suolo, premessa per qualsiasi altro intervento.

L’assessore Del Giudice ha spiegato che è stato complicatissimo risalire al proprietario dell’area e finanche perimetrarla; si è accertato inoltre che c’è una curatela fallimentare in corso ed anche una fideiussione che, dalla revoca dell’autorizzazione all’impianto, avvenuta nel 2007 da parte della Regione Campania, è destinata a coprire le spese di bonifica. Il percorso seguito finora, dettagliato in una relazione consegnata alla commissione, mostra la necessità che la Regione Campania intervenga sull’area che non è di proprietà del Comune che, a sua volta, proprio perché c’è una fideiussione, non può operare in danno. In premessa, in ogni caso, c’è la necessità che si accerti la natura dei materiali depositati nell’area.

La stessa area, che era sotto sequestro giudiziario, è stata recentemente dissequestrata, proprio su richiesta della Polizia Ambientale, come ha confermato il capitano Del Gaudio: senza il dissequestro era impossibile accedere per i tecnici dell’Arpac ai materiali da verificare.

Su che cosa possa fare l’Arpac, oltre al monitoraggio dell’aria, si è discusso ampiamente dal momento che la funzionaria della stessa Agenzia, Giovinazzi, ha escluso la possibilità da parte dell’agenzia di intervenire: i rifiuti presenti sono differenziati, prevalentemente si tratta di inerti e bitume; nell’immediato, anche il problema delle esalazioni potrebbe essere risolto con la rimozione di un focolaio da cui promanano. L’Arpac attiverà comunque il monitoraggio dell’aria che è stato formalmente richiesto dalla commissione.

Il consigliere Brambilla (Mov. 5 Stelle) ha lamentato le mancate risposte dell’amministrazione ad interrogazioni presentate sul tema e ribadito che è assolutamente necessario accertare, mediante analisi dell’aria e delle falde acquifere, la natura dei rifiuti dato che le stesse relazioni ufficiali denunciano l’inquinamento anche della falda: non si può sottovalutare che nella zona, oltre alle residenze, ci sono centinaia di orti coltivati. Sono decenni, ha denunciato Palmieri (Napoli Popolare) che viene sollevato il problema della pericolosità dell’area, non c’è neanche un’adeguata segnaletica, si potrebbe almeno riparare il muro di contenimento dal quale fuoriescono sacchi di materiali, e gli stessi vigili del fuoco hanno fatto precise richieste di interventi come l’interdizione del traffico veicolare: occorrono segnali concreti che le istituzioni ci sono e sovrintendono alla salvaguardia della salute pubblica. I cittadini vanno rassicurati e la chiarezza sulle procedure, per il consigliere Buono (Verdi Sfasteriati) è decisiva; occorre quindi che la commissione inviti al tavolo anche la Regione Campania e, se necessario, si coinvolga il ministero dell’Ambiente per la messa in sicurezza e la bonifica. Sul coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti per trovare una soluzione e chiarire anche i termini dell’inquinamento esistente si è detto d’accordo anche il consigliere Vernetti (Dema).