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Napoli – Dopo la riunione dello scorso 9 aprile, la commissione Ambiente ha affrontato nuovamente il tema del futuro del consorzio ANEA (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente), un confronto che va ripreso il prossimo martedì, ha ribadito il presidente della commissione Ambiente Gaudini visto che oggi, dei quattro assessori invitati (Ambiente, Bilancio e partecipate, Politiche energetiche e Patrimonio), solo l’assessore Del Giudice ha partecipato. Mancano ancora, inoltre, gli approfondimenti tecnici che nel frattempo avrebbero dovuto delineare le possibili soluzioni per salvaguardare il patrimonio di competenze del consorzio nell’ambito di un rilancio delle politiche energetiche comunali.

Gli approfondimenti tecnico-giuridici fatti per individuare sinergie tra le attività dell’assessorato all’Ambiente e l’ANEA, ha spiegato l’assessore del Giudice, convergono sui controlli ambientali; occorre ora che in un tavolo tecnico con l’assessorato alle Partecipate si individuino i diversi filoni sui quali impegnare le professionalità e competenze presenti.

Per il presidente di ANEA, Scarpellino, alla sua costituzione, circa 20 anni fa, il consorzio vedeva il proprio fatturato determinato, per il 95%, da attività svolte per i soci. L’uscita, nel tempo, di alcuni dei soci, – Enel, Italgas, Unione Industriali, e, dal 2020, di ABC – e la labilità di altre fonti di finanziamento esterne impongono un impegno della Città Metropolitana, oltre che del Comune, che comunque detiene il 50% delle quote, per il rilancio di una struttura altrimenti destinata ad essere liquidata. Obiettivo urgente è quello di riportare al lavoro full time i 6 dipendenti ancora costretti al part time. Un limite dell’ipotesi di trasformazione in una società interamente pubblica sarebbe costituito, ha aggiunto, dal fatto che sarebbero impossibili finanziamenti privati oltre il 20% del fatturato.

Per il direttore di ANEA, Macaluso, occorre certezza dei tempi e individuazione di attività: sul piano nazionale, altre agenzie per l’energia sono impegnate dagli enti locali per i controlli sulle caldaie e la gestione di impianti fotovoltaici. Per l’aggiornamento del piano industriale, con una proiezione almeno triennale, occorre guardare a fonti di finanziamento importanti, dal Patto per Napoli al “Decreto Crescita“, oltre che ai finanziamenti europei, nell’ambito dei quali ANEA è partner sull’asse energia del Programma Regionale.

Per Ernesto Pollice, dello staff dell’assessorato al Bilancio, sotto il profilo giuridico, l’ipotesi su cui lavorare è quella di cambiare la veste giuridica di ANEA, da consorzio, non più attuale, a società strumentale del Comune, azienda speciale o società a partecipazione interamente pubblica, che svolga attività nel campo dell’efficientamento energetico; le attività e i ricavi del consorzio non sono sufficienti ad assicurare continuità aziendale, ed anche l’ipotesi di impegnare ANEA sui controlli ambientali non è sostenibile, come risulta dagli approfondimenti fatti dal servizio Controlli ambientali. La dirigente di quest’ultimo servizio, l’architetta Trifiletti, ha spiegato, rispondendo ad una domanda del consigliere Vernetti (Dema) che ANEA ha collaborato alla stesura del PAES (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile); relativamente agli impianti termici, è in dirittura di arrivo la stesura delle linee di indirizzo per la procedura di gara relativa alle attività previste dalla nuova legge regionale in materia di controlli.

Per il dirigente del servizio Partecipate, Dentale, oltre una certa soglia sono impossibili affidamenti diretti da parte del Comune, né ANEA ha i requisiti per esercitare attività in house; importante è, quindi, censire i fabbisogni del Comune, quelli attuali, quelli futuri, e quelli in prospettiva, e trovare linee di finanziamento che consentano un piano industriale.

Manca la progettualità del Comune sull’energia, ha sostenuto Brambilla (Movimento 5 Stelle): l’Ente non ha l’Energy Manager, che dovrebbe essere la testa pensante delle politiche energetiche; c’è il rischio che, come è accaduto per altre partecipate in questi anni, si ricapitalizzi una partecipata votata al fallimento o al concordato preventivo presso il tribunale; indipendentemente dalla scelta che si farà sulla forma giuridica, resta il problema dei finanziamenti per un Comune in crisi di liquidità e in predissesto: l’unica possibilità è quella di affidare ad ANEA attività certe che siano remunerative, ad esempio nel campo dell’efficientamento energetico. Sarebbe un grave errore, per Buono (Verdi-Sfasteriati) se, in una situazione di emergenza climatica, si finisse per disperdere queste professionalità; l’indirizzo politico è quello di una azienda speciale, che potrebbe essere autorizzata dalla Corte dei Conti, e che potrebbe vedersi affidate direttamente attività dal Comune, e anche svolgere, sulle politiche energetiche, attività di consulenza a favore di altre partecipate. Per Palmieri (Napoli Popolare), solo alla condizione che la costituzione di un’azienda speciale dimostri utilità e arricchimento per l’Ente, la Corte dei Conti potrebbe acconsentire; è nel campo, ad esempio, delle certificazioni energetiche per gli immobili del patrimonio comunale che potrebbero essere trovate attività da svolgere per ANEA.