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I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli lo hanno arrestato nella sua abitazione di piazza Zanardelli a Secondigliano, “in mezzo all’arco”, la roccaforte del clan. Da 8 anni Enzo Di Lauro, 47 anni, era a piede libero. Questo benché gli inquirenti lo ritengano il reggente della cosca, fondata dal padre Paolo, alias Ciruzzo ‘o milionario. Ma nell’ordinanza da 16 arresti eseguita stamattina, su ordine del gip Linda D’Ancona del Tribunale di Napoli, non gli viene contestato questo.

Lo accusano invece dell’omicidio di Luigi Giannino, trucidato con 12 proiettili il 13 giugno 2007, nell’ambito della seconda faida di Scampia. La vittima avrebbe pagato il tradimento ai Di Lauro, ossia l’essere passato con gli Scissionisti. Giannino si sarebbe “‘girato’ contro i Di Lauro – si legge nel provvedimento-, insieme al suo fedele amico Magnetti Luigi, ed entrambi sono stati gli esecutori materiali dell’omicidio di Pica Giuseppe, il primo delitto che ha aperto la ‘faida’ oggetto del presente procedimento”. Per questo delitto Enzo Di Lauro è indagato col fratello Marco, catturato nel 2020 dopo 14 anni di latitanza, considerato reggente del clan all’epoca dei fatti. Già condannato per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, Enzo Di Lauro è uscito dal carcere nel 2015.

Sui libri paga dell’organizzazione era indicato con la sigla “F2”, in quanto secondo figlio del capoclan. E proprio al padre “Ciruzzo”, per il profilo riservato, lo avvicinano gli investigatori. “Enzo – spiegano ambienti investigativi – ha una politica criminale molto simile a quella del padre, fatta molto di sostanza e poco di apparenza. Con lui il clan è tornato in auge, senza il clamore causato dal fratello Cosimo (morto in carcere l’anno scorso, ndr) che ha causato il ridimensionamento del clan, con la spaccatura interna della prima faida”.

Il terzo arresto della vita di Enzo Di Lauro è giunto per le indagini del pm Lucio Giugliano della Dda partenopea. “Del Di Lauro Vincenzo parlano i collaboratori Pica Antonio e Capasso Carlo – scrive il gip -. Il Capasso Carlo ha dichiarato che Di Lauro Vincenzo aveva dato mandato di uccidere Giannino Luigi già prima del suo arresto, avvenuto il 27.3.2007; successivamente aveva inviato ‘imbasciate’ ossia ordini dal carcere tramite il cognato Enzo Porcino (non indagato nel procedimento, ndr), che li ha riferiti a Marco Di Lauro ed a tutto il sodalizio. Di Lauro Vincenzo voleva che fossero uccisi sia Giannino che Magnetti”. Ad esempio, “Pica Antonio ha riferito di aver saputo – afferma l’ordinanza – che durante un incontro tra Pagano Cesare (capoclan degli Scissionisti, ndr) e Vincenzo Di Lauro quest’ultimo disse che avrebbe fatto uccidere sia Mucillo (Magnetti Luigi) che Cutoletta (Giannino Luigi) ma che tale decisione non avrebbe interrotto la tregua tra i due gruppi contrapposti. Pica Antonio ha ammesso di non essere stato presente all’incontro tra i due capiclan, ma ha riferito di aver appreso il contenuto del colloquio direttamente da Amato Raffaele senior (altro capoclan scissionista, ndr)”.

Il collaboratore “ha riferito che Giannino e Magnetti non dovevano farsi vedere in giro in quanto l’arresto di Enzo Di Lauro non faceva venir meno il suo mandato omicidiario nei loro confronti, atteso che Enzo Di Lauro aveva ancora al suo seguito diverse persone, libere, in grado di commettere omicidi”. Il raid vide in azione due squadre di sicari in auto, armate di pistole e mitraglietta. Giannino venne ammazzato, Luigi Magnetti riuscì a sfuggire al piombo: salvo essere freddato in seguito, per volere di altri presunti mandanti.

Seconda Faida a Scampia: 16 arresti, c’è anche Vincenzo Di Lauro