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Al Rione Vasto i residenti hanno cominciato a fare le ronde notturne per la sicurezza. Nell’area a ridosso della Stazione Centrale, la tensione è tornata al livello di guardia, da alcune settimane in qua. A scatenare nuove proteste è il “mercato della monnezza” in via Firenze. Alle rimostranze degli abitanti, non sono mancati attriti con gli ambulanti del commercio illegale. Al culmine di giorni agitati, i cittadini sono anche scesi in piazza. Hanno chiesto un intervento alle autorità, per ripristinare decoro e sicurezza dell’area. ma denunciando un’assenza di risposte efficaci, alcuni hanno iniziato con le ronde.

Un video social di stanotte mostra un residente in giro sull’auto, tra via Firenze e zone limitrofe. “‘L’una meno un quarto di notte, tutto tranquillo” dice. “Al momento – afferma l’uomo al volante – nessuno che vende, spaccia, che rapina”. Ripreso da una donna, l’autore del video sottolinea: “Stiamo presidiando la zona”. A spiegare la situazione è Adelaide Dario, presidente del comitato Quartiere Vasto. “Si tratta di un fenomeno spontaneo” racconta. “Le persone abitano tutte in zona – aggiunge Dario – stanche di guardare dai balconi si riversano in strada”. In questo modo “si incontrano con altre persone e si cerca di fare capire ai venditori di spazzatura che non è il luogo adatto per vendere la mercanzia, e se non si allontanano verranno chiamate le forze dell’ordine”.

Secondo il presidente del comitato, l’iniziativa “sta funzionando perché ai tanti venditori non fa comodo la presenza delle forze dell’ordine, e di conseguenza vanno via“. Ma si tratta comunque di azioni dettate dall’esasperazione. E nessun cittadino, in ogni caso, intenderebbe sostituirsi alla forza pubblica. “Non è possibile che i residenti – osserva Dario – debbano togliere tempo alle proprie famiglie per combattere il degrado di via Firenze”. Per questo, le ronde sono “una sorta di grido di aiuto per chiedere un presidio fisso tutti i giorni, compresi i festivi”. Dario rinnova l’appello a “garantire a tutti sicurezza e decoro”. Destinatari il prefetto e il sindaco di Napoli, da cui si invoca un intervento “ad horas”.