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Otto firme contro l’autonomia differenziata, tra esponenti di destra, di sinistra, docenti universitari e una sindacalista. Mondi lontani ma distanze azzerate, in nome dell’unità nazionale. Un fatto “mai accaduto” evidenzia il giornalista Luigi Vicinanza, moderatore dell’incontro. Da Napoli, all’Istituto degli Studi Filosofici, parte la mobilitazione contro il ddl Calderoli. A promuoverla l’associazione Polo Sud e il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale. Il documento unitario è stato sottoscritto dalle costituzionaliste Giovanna De Minico e Marina Calamo Specchia, da Lina Lucci, ex segretario Cisl Campania, e da un gruppo di ex parlamentari: Amedeo Laboccetta, Mario Landolfi, Gennaro Malgieri, di area centrodestra, ed Eugenio Mazzarella e Massimo Villone, entrambi di centrosinistra.

Sullo sfondo, già si intravede la strada per la Consulta. I firmatari “invitano i rappresentanti di tutti i livelli elettivi territoriali che credono e si riconoscono nei principi dell’unità e della solidarietà nazionale a dare vita ad un coordinamento istituzionale per proporre ricorso alla Corte Costituzionale avverso alla Legge Calderoli”. “Oggi da Napoli,- spiega Laboccetta – parte un tour per le principali città italiane, del Nord e del Sud per mobilitare la comunità nazionale contro una legge insidiosa, divisiva e pericolosa. Un vero mostro tecnico-giuridico-politico”. Laboccetta si rivolge al premier Giorgia Meloni, “per ricordarle che quando si è di fronte agli appuntamenti con la storia bisogna evitare di infilarsi in gallerie buie, dalle quali poi diventa difficile uscire”.

IL DOCUMENTO

La battaglia contro la riforma, peraltro, ha radici lontane. “La stagione del Covid ha non solo evidenziato i limiti di un regionalismo velleitario e confuso ma – si legge nel documento “Per un’Italia unita e solidale. Contro l’autonomia differenziata” – ha anche messo in drammatica evidenza il bisogno di un’unità e di solidarietà di cui ha bisogno l’Italia. Da Nord a Sud tutti avvertiamo il bisogno di superare antichi divari per dare a tutti gli italiani l’opportunità di una eguale cittadinanza tutelata da uno Stato nazionale unito e coeso nello spirito della nostra Costituzione repubblicana“. Perseguire “questo obiettivo di unità e solidarietà per la nostra Italia – afferma lo scritto -, esige di opporsi ad ogni deriva autonomistica ed ai divisivi egoismi territoriali, in cui non è difficile scorgere già oggi i prodromi della prospettiva secessionistica. Un’Italia unita, coesa e solidale è per altro condizione obbligata per contare qualcosa in Europa e in un mondo sempre più interdipendente e sempre più insidiato dalle tensioni della globalizzazione“.

Per questo “invitiamo i rappresentanti di tutti i livelli elettivi territoriali che credono e si riconoscono nei principi dell’unità e della solidarietà nazionale – è l’appello dei sottoscrittori – a dare vita ad un coordinamento istituzionale per proporre ricorso alla Corte Costituzionale avverso alla legge Calderoli nella sciagurata ipotesi che sia approvata in Parlamento. Invitiamo altresì le rappresentanze politiche a sostenere ogni sforzo di mobilitazione politica istituzionale civile, anche ai fini di un’ipotesi referendaria contro l’autonomia differenziata“. E inoltre “invitiamo, infine, cittadini, associazioni e movimenti civici – aggiunge il documento – a promuovere una vera e propria mobilitazione culturale finalizzata alla riaffermazione dei principi enunciati dall’art. 5 della Costituzione contro ogni ulteriore deriva di divisivo regionalismo”.