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Cardito – “Una scena che non ho mai visto e che ancora faccio fatica a ricordare. La bimba aveva la faccia piena di lividi, sfigurata, rossa dappertutto e gli occhi erano neri. Quando la chiamai lei per guardarmi in faccia con le manine si alzò le palpebre“.

Questo il drammatico racconto di un agente della polizia di Stato di Napoli che il 28 gennaio fu mandato all’ospedale pediatrico Santobono perché era ricoverata la sorellina di Giuseppe, il giorno ucciso di botte dal patrigno a Cardito in provincia di Napoli. Il poliziotto è testimone nel processo contro Tony Essobti Badre e Valentina Casa, rispettivamente il patrigno di Giuseppe e la madre del bimbo ucciso.

Badre e sotto accusa per omicidio e tentato omicidio della bimba. La mamma di comportamento omissivo. “Lei aveva la forza di parlare e mi disse che dovevamo portate in prigione suo padre, la sera beveva la birra e li picchiava, e mamma doveva chiamare i carabinieri. Poche ore dopo – continua l’agente – sarebbe stata operata all’orecchio che era parzialmente staccato per gli schiaffi ricevuti“.