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Napoli – Bufera mediatica sull’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, tornato nuovamente agli onori delle cronache nazionali dopo l’operazione interforze contro l’Alleanza di Secondigliano, la famigerata articolazione di famiglie camorristiche (Contini, Mallardo, Licciardi) che – stando alle parole del procuratore di Napoli Giovanni Melillo – aveva come “sede sociale” proprio il presidio della Doganella.

“L’ospedale delle camorra”, così come è stato ribattezzato in queste ore, negli ultimi mesi era già ripartito, sottraendo la gestione del parcheggio e del bar (completamente abusivo) a persone ritenute dagli investigatori nell’orbita del clan Contini. “Qui la maggioranza di donne e di uomini lavorano con serietà e dedizione, questa nuova tempesta deve motivarci ancora di più” ha spiegato il commissario straordinario della Asl Napoli 1 centro, Ciro Verdoliva, che questa mattina è stato al San Giovanni Bosco per incontrare i dipendenti e “far sentire a tutti che i vertici Asl non hanno alcuna intenzione di fare di tutta l’erba un fascio, consapevoli che il San Giovanni Bosco pur essendo stato strangolato dal clan continua ad essere un presidio ricco di grandi professionalità”.

“Comprendo tutta l’amarezza – ha detto – non e’ facile continuare a lavorare con serenità quando il Paese intero ti addita come colluso con la camorra. Io dico che il lavoro svolto dalla magistratura e’ un lavoro preziosissimo, perché ci aiuta a fare pulizia e riportare la luce in zone di grande oscurità. Tutti noi che lavoriamo con impegno in una sanità difficile e schiacciata da decenni di malversazioni paghiamo un prezzo molto alto”. “Per ciascuno che non fa il proprio lavoro o che peggio ancora si presta al malaffare, altri dieci sono chiamati a supplire e a fare piu’ del dovuto – ha sottolineato – Il quadro emerso in questo ospedale è drammatico e lo è ancor più per quanti invece hanno sempre lavorato sodo e in maniera onesta”. “Ora tocca a noi cambiare le cose, dimostrare a tutti quanto vale il San Giovanni Bosco è quanto vale l’Asl Napoli 1 Centro – ha concluso – Non sarà semplice ma, sono certo, se lavoriamo assieme possiamo raggiungere grandi risultati”.

Nelle scorse ore una infermiera del San Giovanni Bosco ha pubblicato su alcuni gruppo social dell’Asl, una lettera indirizzata proprio al commissario Verdoliva chiedendo di non essere lasciati soli e di difenderli dalle accuse e dalle calunnie che in queste ore vengono mosse a professionisti che lavorano per salvare vite e garantire dignità ai pazienti. 

Caro Commissario sono un’infermiera dell’ASL Na1, ma prima di tutto sono un’infermiera del San Giovanni Bosco e, capirà bene, che alla Gogna noi ci siamo da N tempo. Io lavoro da 30 anni in quell’ospedale, ci sono nata, ci sono cresciuta e sono diventata una professionista, ed una mamma. Mi creda, è un dolore per me, oggi, sentirmi accomunata ad un mondo che non mi appartiene, sentire dire da un ministro della Repubblica, che il San Giovanni Bosco “deve essere sciolto”…. E con esso quindi anche tutti i lavoratori onesti che in quell’ospedale hanno dato e danno a tutt’oggi l’anima, svolgendo il proprio lavoro tra mille difficoltà? Mi sento davvero umiliata a sentirmi chiamare collusa di un sistema a cui non appartengo… Io pensavo di dover indossare la mia divisa al mattino quando cominciavo il turno di lavoro e di dover dare sollievo alle sofferenze altrui, ed invece, probabilmente mi sbagliavo. Dovevo indossare un’armatura e combattere come un supereroe, ed anziché svolgere il mio lavoro quotidiano, avrei dovuto indagare ed intrigarmi degli affari loschi che altri facevano, e poi fare rapporto chissà a chi…
Non è così che funziona, io sono stata assunta per salvare vite umane non come agente segreto e se lei oggi tiene alla mia dignità ed a quella di tutti i professionisti seri ed onesti del San Giovanni Bosco, ha il dovere di difenderci dalle accuse e dalle calunnie che ci vengono mosse dall’opinione pubblica e da chicchessia. NON CI LASCI SOLI.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca dopo l’attacco del ministro della Salute Giulia Grillo che aveva auspicato “lo scioglimento dell’ospedale”.  “L’unico commissariamento benefico e terapeutico per l’Italia sarebbe quello del Ministero della Salute”. Pensare di commissariare l’ospedale è “cabaret, l’ennesima stupidaggine”. “Abbiamo fatto esposti in Procura e abbiamo ricevuto minacce e ritorsioni – ha affermato – Si è avverata una indagine che ha portato a questi risultati di cui ringrazio magistratura, medici, funzionari che hanno resistito e combattuto. Mi aspetterei  – prosegue – che qualcuno da Roma ci chiedesse scusa e ci ringraziasse per il fatto che dopo 40 anni qualcuno ha deciso di fare la lotta contro camorra negli ospedali – ha sottolineato – e invece hanno fatto finta di niente“. De Luca ha poi ricordato che lo scorso gennaio, “con temperature sotto zero, abbiamo assistito a una sfilata di formiche. Chiaramente qualcuno le ha portate”.