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Napoli – Nell’aeroporto romano di Fiumicino ha trovato ad attenderlo i carabinieri del Nucleo Investigativo e gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, Raffaele Mauriello, elemento di spicco del clan Amato-Pagano, estradato dagli Emirati Arabi Uniti e accusato di omicidio aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo d’armi.

L’estradizione dagli Emirati Arabi Uniti è stata eseguita dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Divisione Interpol). A Mauriello la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli contesta, infatti, dell’omicidio di Andrea Castello, assassinato il 14 marzo 2014 a Casandrino, nel Napoletano, nell’ambito della faida intestina agli Amato-Pagano che vide coinvolti i gruppi dei “Maranesi” e dei “Militesi“. A causa di questo omicidio, nei confronti di Mauriello venne emesso, il 27 settembre 2018, una misura cautelare e lui, per sfuggire al provvedimento scappò a Dubai.

Mauriello è anche accusato – dalla DDA e dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Napoli – di un altro omicidio, quello di Fabio Cafasso, risalente al 21 dicembre 2011, questa volta maturato nell’ambito della faida interna agli “scissionisti“. Il lavoro di decriptazione dei sistemi di messaggistica “Enccrochat” e “Sky Ecc” della Squadra Mobile di Napoli in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Divisioni Interpol ed Europol), ha consentito di ricostruire la rete di fiancheggiatori di Mauriello in terra emiratina. Grazie a quest’attività sono stati forniti elementi determinanti alla polizia degli Emirati Arabi che, così, è riuscita a catturare il latitante, lo scorso agosto.

Il nome di Raffaele Mauriello, elemento di spicco del clan Amato-Pagano, estradato dagli Emirati Arabi Uniti e sbarcato oggi in Italia, emerge da una serie di conversazioni criptate che vedono come interlocutore il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale.
I due sono entrati in contatto a Dubai, dove entrambi erano latitanti e la circostanza emerge per la prima volta nell’ambito di una indagine antidroga degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli che tiene sott’occhio i cosiddetti “spagnoli”, gli Amato-Pagano, ex componente di rango del clan Di Lauro di Secondigliano.
Come per Raffaele Imperiale, anche lui approdato in Italia dopo l’arresto a Dubai, determinante è stato il lavoro di raccordo investigativo tra gli Emirati Arabi Uniti e l’Italia curato, in particolare, da Giovanni Melillo, ex capo dell’ufficio inquirente partenopeo e da qualche mese neo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.