- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

Il decreto legge in via di pubblicazione prevede, tra le altre, azioni di approfondimento sulla vulnerabilità dell’edificato pubblico e privato e una migliore conoscenza della microzonazione sismica dei comuni interessati”. A parlare di alcuni dei punti del cosiddetto decreto legge dei Campi Flegrei è stato oggi il direttore generale dei lavori pubblici e protezione civile della Regione Campania Italo Giulivo, intervenuto nel corso di un’audizione da remoto durante i lavori della commissione Ambiente della Camera, presieduta dal deputato Mauro Rotelli (FdI), lavori dedicati al rischio sismico nei Campi Flegrei.
In base a questi studi – ha aggiunto Giulivo – saranno individuati gli edifici che, per vetustà o per altre criticità strutturali, dovranno eventualmente essere sgomberati nel caso di ulteriori sciami sismici. Acconto a questo, sarà realizzato un piano di ricognizione della rete infrastrutturale, che la Regione ha già avviato attraverso incontri con gli stakeholder territoriali, in attesa della pubblicazione del decreto legge”.

Il decreto legge Campi Flegrei accompagna nel suo lavoro la Regione Campania, che ha già realizzato uno scenario possibile per l’area in caso di fenomeni eruttivi. Questo scenario coinvolge sette comuni, alcuni integralmente, altri parzialmente, che sarebbero interessati da un flusso piroclastico, cioè da nube ardente che creerebbe condizioni tali da risultare incompatibili con la vita umana”.
Lo ha spiegato oggi, durante un’audizione da remoto in commissione Ambiente della Camera, il direttore generale dei lavori pubblici e protezione civile della Regione Campania Italo Giulivo.
Giulivo ha anche tenuto a precisare che “al momento, da ciò che è emerso anche da incontri con la commissione grandi rischi, ai quali la Regione Campania ha partecipato, non vi è evidenza di risalita magmatica, ma solo di sollevamento, condizione che in passato si è verificata già con le crisi degli anni ’50, ’70 e con quella più recente del 1982-84. L’attuale crisi bradisismica ha prodotto nel Rione Terra un innalzamento di 115 centimetri dal 2016 ad oggi. Anche per questo, stiamo verificato se vi siano problemi correlati a servizi essenziali, come quello dei trasporti su gomma e su ferro, ma anche quelli legati ai servizi idrici e alle fogne. Sono state segnalate piccole criticità che hanno però bisogna di una più attenta valutazione”.

Il monitoraggio dell’area dei Campi Flegrei è assicurato con la migliore strumentazione disponibile, grazie anche ad un finanziamento di 4 milioni che la Regione Campania ha assicurato all’Osservatorio vesuviano proprio per ampliare il proprio sistema di controllo e monitoraggio”. È quanto ha detto questa mattina Italo Giulivo, direttore generale dei lavori pubblici e protezione civile della Regione Campania, intervenuto nel corso di un’audizione durante i lavori della commissione Ambiente della Camera presieduta da Mauro Rotelli. Proprio il deputato di Fratelli d’Italia, nel chiudere la sessione dedicata al “Rischio sismico nei Campi Flegrei“, si è detto “rammaricato per l’assenza della parte politica, che avrebbe potuto dare risposte ad alcune domande rimaste inevase, e anche per la mancanza all’ultimo momento del capo di gabinetto Almerina Bove”.

La Regione Campania, con la delibera approvata lo scorso aprile, ha aggiornato il piano di evacuazione tenendo conto delle esercitazioni ‘Exe Flegrei’ del 2019″. E quanto ha spiegato oggi, nel corso di un’audizione da remoto presso la commissione Ambiente della Camera dei deputati, Italo Giulivo, direttore generale dei lavori pubblici e della protezione civile della Regione Campania.
Va tenuto conto che, per le circa 500mila persone che andrebbero evacuate in caso di ripresa delle attività eruttive, si agirebbe sia in modalità autonoma per chi ha una seconda casa lontana dalla zona rossa, sia in modalità assistita. Le persone si raccoglierebbero nelle aree di attesa, dove troverebbero i mezzi del sistema di mobilità che li accompagnerebbero presso le aree di incontro, già poste lontane dalla zona di pericolo, e di qui verso le aree di accoglienza, presso i comuni delle regioni con le quali sono stati siglati appositi gemellaggi”.
A chi gli ha chiesto perché prevedere gemellaggi con altre regioni e non lasciare gli eventuali evacuati in Campania, Giulivo ha spiegato che “il sistema non può dirci quando avverrà il ritorno delle popolazioni nelle aree interessate dall’eruzione, e uno spostamento tanto massiccio in Campania comporterebbe per aree con popolazioni ridotte una difficoltà nel poter garantire i servizi essenziali (scuole, ospedali, servizi al cittadino) per un tempo comunque lungo. Inoltre, in Campania saranno dislocati i residenti della zona gialla, quella interessata dall’accumulo di ceneri, a seconda della direzione dei venti. Anche queste persone dovranno andare via, perché è stato stabilito che un accumulo di oltre 50 centimetri di ceneri su tetti può provare il collassamento delle strutture più fragili”.

Quella vulcanica dei campi flegrei, come quella del Vesuvio, rappresentano le uniche due emergenze nazionali che vengono gestite dalla protezione civile in fase arancione, in quella che è sostanzialmente la fase di pre-allarme e non di allarme. Il sistema insomma si prepara per fronteggiarle in tempo”. Lo ha spiegato Italo Giulivo, direttore generale dei lavori pubblici e della protezione civile della Regione Campania, intervenuto da remoto ai lavori della commissione Ambiente della Camera relativi. “Vanno dunque tarate tutte le viabilità di fuga, anche nei percorsi interni dei singoli comuni. Comuni che hanno ricevuto specifici finanziamenti dalla Regione Campania per aggiornare e completare la pianificazione interna per affrontare l’eventuale emergenza, non solo vulcanica ma anche ad esempio idrogeologica. Ed ulteriori finanziamenti legati ai Fesr 21/27 sono già previsti per supportare i Comuni”.
Giulivo ha anche parlato del “collegamento tra il porto Pozzuoli e la tangenziale, che prevedeva un tunnel, oggi terminato. Ora si è al lavoro per la presa in carico della gestione della galleria. Il Comune ha espresso perplessità, la Regione sta lavorando per dare una mano e sul tema si è già svolto un incontro lo scorso 6 ottobre”.
Nel suo intervento ha evidenziato anche che “la Regione Campania ha sottoposto il proprio piano di allontanamento dai Campi Flegrei in caso di attività eruttiva agli organi preposti.
Piano che tiene conto delle risultanze delle prove di evacuazione ‘Exe Fregrei 2019’ e nel quale tutte le infrastrutture esistenti sono tutte state prese in considerazione”.
Giulivo ha anche spiegato come “le aree d’incontro previste dal piano sono già al di fuori zona rossa. Chi raggiunge queste aree è di fatto già lontano dalle zone che risultano rischiose per la vita umana”.
Il direttore generale della protezione civile regionale ha inoltre sottolineato che “le modalità di allontanamento configurate con Acamir (agenzia campana mobilità, infrastrutture e reti) prevedono che le viabilità tra chi va via autonomamente e chi con mezzi propri non si incrocino. Per fare questo sono state assunte tutte le informazioni del caso, verificando che nell’area flegrea vi sono circa 300mila veicoli funzionanti.
Nonostante questo, il piano ha previsto che la metà dei residenti della zona rossa resti a carico del sistema pubblico.
Ma pur supponendo che tutti si allontanino contemporaneamente, si è verificato che le vie interessate hanno un’adeguata sostenibilità, anche se vanno migliorate e si continua a valutare tutte le eventuali criticità”.

Leggi anche

Altra scossa di terremoto ai Campi Flegrei, magnitudo 2.6