- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Quando è intervenuto in borghese per presentarsi all’appuntamento tra il pusher e i due americani truffati, che volevano soldi in cambio della borsa sottratta in precedenza, Mario Cerciello Rega “non aveva la pistola, l’aveva dimenticata ma ciò non toglie che non aveva alcuna possibilità di reagire”. È quanto affermano i carabinieri nel corso di una conferenza stampa sulla morte del vicebrigadiere originario di Somma Vesuviana, ucciso nei gironi scorsi a Roma con 11 coltellate da un 19enne statunitense.

Non immaginavano di trovarsi di fronte una persona con un coltello di 18 centimetri, e non si aspettavano neanche di essere aggrediti nel momento in cui si qualificavano come carabinieri” ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro che ha aggiunto: “La pistola l’abbiamo trovata nel suo armadietto in caserma e il motivo perché fosse lì lo sa solo lui. L’unica cosa che sappiamo è che aveva con sé le manette e che era in servizio. Varriale invece aveva l’arma e gli è stata subito presa per esaminarla dopo il fatto”.

Elder Lee, l’assassino reo confesso del carabiniere (ha spiegato durante l’interrogatorio di averlo scambiato per un amico del pusher), era armato di un coltello da Marine, dotato di una lama di 18 centimetri.

Mario Cerciello Rega e Andrea Varrialesono stati aggrediti immediatamente”. “Nel momento in cui si sono qualificati – spiega Gargaro- sono stati immediatamente aggrediti, pochi attimi in cui Varriale è stato sopraffatto e buttato a terra”. Nella zona “c’erano 4 pattuglie, che non dovevano essere visibili per non pregiudicare l’operazione e che sono intervenute pochi minuti dopo l’allarme”.

Nel corso della conferenza, il procuratore aggiunto di Roma, Michele Prestipino, è tornato sulla foto del giovane americano bendato durante l’interrogatorio: “Agiremo con rigore come già dimostrato in altre analoghe vicende”.