Processo inevitabile, ormai, per una decina di persone che occupavano abusivamente gli alloggi popolari ad Arzano, in provincia di Napoli: secondo quanto si è appreso da fonti legali sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagine a persone ritenute appartenenti alla criminalità organizzata del posto, sui quali ha indagato la Polizia Locale, coordinata dal comandante Biagio Chiariello.
Le indagini hanno fatto luce sulle attività criminali e smosso gli equilibri nella cosiddetta “167“, fortino dei clan locali, e nei territori limitrofi, bloccando le residenze che consentivano l’erogazione del reddito di cittadinanza, per alcuni già revocato.
La lotta all’abusivismo e alla camorra hanno esposto il comandante Biagio Chiariello, finito più volte nel mirino: non sono mancate minacce e intimidazioni, con l’affissione di un manifesto funebre con il suo nome, e pedinamenti “sospetti“.
Svelato pure l’uso elettorale degli alloggi popolari. Gli agenti hanno realizzato un vero e proprio censimento – minuzioso e dettagliato – che ha restituito una mappa del malaffare: una descrizione delle aree occupate, degli abusi edilizi, delle morosità – quantificate in diverse centinaia di migliaia di euro – per canoni non corrisposti, ingenti somme mancanti per acqua e corrente non pagata e, infine, anche un calcolo delle massiccia evasione dei tributi perpetrata.
Va ricordato che ad Arzano, popoloso comune dell’hinterland partenopeo, è considerata dagli inquirenti zona dove avevano trovato rifugio diversi clan collegati all’area di Secondigliano, Afragola, Caivano, Melito e Frattamaggiore. Le piazze di spaccio sono state mantellate rimuovendo le lamiere di recinzione degli spazi condominiali. I summit si tenevano sui tetti delle palazzine, protetti da cancelli, anche quelli rimossi come i santini sul pianerottolo dove abitava il reggente del clan. Da registrare infine la demolizione della casa dove abitava uno dei reggenti del clan degli scissionisti.
Case occupate abusivamente nel napoletano, processo più vicino
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