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Napoli – L’azienda comunale per la raccolta dei rifiuti rimuove i vecchi cassonetti senza rimpiazzarli e l’ingresso all’area marina della Gaiola, uno degli scorci più belli di Napoli, diventa in poche ore una discarica a cielo aperto. Anche i bagnanti ci hanno purtroppo messo del loro lasciando lungo la strada decine di sacchetti di immondizia che ora rischiano di marcire al sole per chissà quanto tempo. Si spera il meno possibile.

A denunciare la grave situazione di disagio sono gli attivisti del Centro studi interdisciplinare Gaiola, gestori dell’area marina protetta: «In piena stagione estiva – spiegano – e in piena emergenza rifiuti, in prossimità di un’area balneare pubblica, presa d’assalto in questo periodo e che già soffre per l’assenza di un servizio di pulizia e raccolta rifiuti e per l’inciviltà dilagante, Asìa Napoli decide di rimuovere i contenitori grandi dalla strada carrabile posizionati all’uscita della scalinatella al mare e li sostituisce con dei microbidoncini da raccolta domestica. E questo è il risultato. Così anche i bagnanti civili che si portano sopra il sacchetto senza abbandonarlo in spiaggia si trovano i bidoncini colmi e non sanno più dove deporre i rifiuti, per la serie “invece di dare una mano a risolvere, o almeno attenuare, l’emergenza rifiuti, che sta sfregiando uno dei luoghi più belli del nostro mare, vi rendiamo la vita sempre più difficile!” Grazie Asìa».

Le reazioni non si sono fatte attendere, tant’è che sulla questione sono subito intervenuti il consigliere regionale e comunale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e Marco Gaudini: «Chiediamo all’Asìa di posizionare nuovi contenitori per la raccolta differenziata all’uscita della scalinata che porta al parco marino della Gaiola e, al tempo stesso, di ripristinare i contenitori dell’indifferenziata sulla strada carrabile. La riduzione dei contenitori sta causando il deposito indiscriminato di sacchetti da parte degli utenti dell’area che, come noto a tutti, in questo periodo risulta essere straordinariamente affollata. Così si deturpa una delle zone di maggior pregio della costa partenopea». La palla passa adesso al Comune