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Napoli – Stangata ai furbetti del cartellino. Asìa Napoli, l’azienda di igiene urbana che fa capo a Palazzo San Giacomo, annuncia di aver licenziato tre dipendenti della partecipata, rei di essersi in più occasioni allontanati dal posto di lavoro e di averlo continuato a fare anche dopo i ripetuti richiami della dirigenza. A ufficializzare la notizia è l’amministratore unico Francesco Iacotucci, che affida a una lunga nota il proprio sfogo: “Asìa Napoli è un’azienda di igiene urbana che svolge un lavoro prezioso e durissimo nella città, un lavoro spesso poco riconosciuto, silenzioso, che troppo frequentemente è reso vano dall’inciviltà di coloro che, in pochi minuti, con nuovi sversamenti, insozzano strade e marciapiedi, vanificando un lavoro semmai di ore. Come esistono cittadini incivili così capita anche che nell’azienda vi sia uno sparuto numero di lavoratori infedeli che non ritengono, differentemente dagli altri colleghi, di dover fornire il loro apporto alla quotidiana battaglia per il decoro della città”.

Stabilito l’incipit, Iacotucci va dunque dritto al nocciolo della questione: “In azienda, insieme al direttore generale Francesco Mascolo, abbiamo sempre chiarito che l’etica del lavoro è un elemento importante ed imprescindibile e che il lavoro dell’azienda dipende dall’apporto di tutti. Chi, quindi, non intende dare il proprio contributo tradisce prima di tutto i colleghi di lavoro e poi il rapporto con l’azienda oltre a mancare di rispetto ed amore per la città. Proprio in virtù del messaggio chiaro che è stato veicolato negli anni, certe anomalie sono state sempre più spesso segnalate in azienda, evidenziando, da una parte, come le persone che si allontanavano durante l’orario di lavoro demotivavano i restanti lavoratori che erano ben consci di dover coprire il lavoro dei disonesti, dall’altra come non fosse più sopportabile che vi fossero delle persone intoccabili che ledevano l’immagine dell’azienda e mettevano in cattiva luce anche chi si sudava lo stipendio ogni giorno. Purtroppo, in molti dei casi segnalati, si è riscontrato che, a fronte di osservazioni ripetute in vari giorni, delle sei ore e venti di lavoro al servizio ne veniva dedicato una parte residuale, a volte quasi nulla”.

A questo punto l’ingegner Iacotucci ricostruisce la vicenda che ha portato all’allontanamento dei tre operai infedeli: “Nella parte finale del 2018 sono stati licenziati tre lavoratori che, pur svolgendo mansioni diverse, erano accomunati dal fatto che, nei giorni di osservazione, si erano allontanati ripetutamente dal posto di lavoro tanto da essere licenziati in conclusione dell’iter disciplinare interno. Tali licenziamenti sono stati spesso additati come ingiusti e esagerati rispetto a quanto verificato. Come azienda abbiamo ritenuto invece che tali atti, se pur umanamente difficili, rispondessero a quell’etica del lavoro tanto difesa internamente all’azienda così come in seno all’amministrazione comunale. Nelle sentenze dei tre licenziamenti effettuati nella fine 2018 vi sono dei passaggi che non solo danno ragione all’azienda circa l’iter seguito ma forniscono degli spunti ancora più decisi che rimarcano quanto anche al lavoro d’interesse pubblico eseguito dall’azienda debba seguire un adeguato comportamento dei lavoratori. Queste sentenze così nette e favorevoli all’azienda ci confortano da un lato rispetto a più di un’accusa ricevuta sull’aver messo in campo azioni di sopruso verso i lavoratori, dall’altro ci ricordano il dovere che ogni dirigente di azienda, tanto più quanto questa è finanziata con soldi pubblici, ha nel correggere e in ultima istanza perseguire comportamenti gravi che si traducono in una vera e propria truffa verso l’azienda e i contribuenti. L’esperienza di questi anni ci ha portato alla conclusione che le vere rivoluzioni aziendali e il vero cambiamento si raggiungono quando si attesta una nuova normalità in cui vi è un miglioramento diffuso che si riflette nei risultati aziendali”.