Tempo di lettura: 2 minuti

“La Procura deve ammettere di aver sbagliato, ha messo alla gogna un uomo che dai social è stato addirittura additato come stupratore, ha subito una violenza mediatica, ma lui non è uno spacciatore, è una persona con problemi di tossicodipendenza”. Così l’avvocato Nadia Savoca, nel processo milanese davanti alla sesta penale, ha chiesto di assolvere Ciro Di Maio, conduttore tv e attore che venne arrestato il 24 agosto 2021 a Milano con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio, per essersi fatto spedire dall’Olanda nella sua casa, in zona Loreto, un litro di Gbl, liquido incolore conosciuto anche come ‘droga dello stupro’.

Nella scorsa udienza il pm Leonardo Lesti ha chiesto una condanna a 2 anni e a 3mila euro di multa per il 47enne, che fu volto tv di programmi di viaggi e in diverse fiction, oltre ad aver esordito a fine anni ’80 come uno dei ‘carramba boys’. L’unico elemento a cui il pm si appoggia, ha detto la difesa, “è che c’è stato un precedente arresto ma quel procedimento è pendente”. Nel dicembre 2020 Di Maio era stato arrestato sempre per l’acquisto di 4 litri di Gbl dalla Cina. Soprattutto, secondo il difensore, “per accertare la sua colpevolezza avrebbero dovuto verificare la qualità della tossicodipendenza, massiccia: da giugno 2020 viene preso in carico dallo Smi (Servizio Multidisciplinare Integrato) per consumo di Gbl e Ghb”. E ancora: “Ne assumeva 2millilitri all’ora, in un giorno 24 dosi, e prima del secondo arresto una dottoressa gli prescrisse un piano per ‘scalare’ che prevedeva 2ml ogni due ore e mezza”. Un litro di Gbl, in pratica, “gli durava 20 giorni”. Il quantitativo “non può essere l’unico elemento per dimostrare la cessione a terzi della sostanza”. Da qui la richiesta di assolverlo “perché il fatto non costituisce reato”, ma solo illecito amministrativo. Il giudice Paolo Guidi deciderà il 7 luglio.