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Milano – Ciro Di Maio ha seguito “il percorso insano di un tossicodipendente in stadio avanzato”, che “a lungo andare crea una situazione economica difficile” e di conseguenza ha cercato “di ‘arrotondare’ con la cessione parziale” di droga, anche se “una parte considerevole” era “destinata all’uso personale”. Lo scrive il giudice di Milano Paolo Guidi nelle motivazioni della sentenza con cui, il 7 luglio, ha condannato a 1 anno e 4 mesi e ad una multa di circa 3400 euro l’ex conduttore tv e attore arrestato il 24 agosto 2021 per detenzione ai fini di spaccio, per essersi fatto spedire dall’Olanda a casa, in zona Loreto, un litro di Gbl, liquido incolore conosciuto come ‘droga dello stupro’. Per il Tribunale le chat acquisite nell’indagine della Squadra mobile, coordinata dal pm Leonardo Lesti, “dimostrano che l’imputato nel 2020 gestiva un giro di cessioni di parte della sostanza” ad “amici e conoscenti”, che gli consentiva di “avere dei profitti”: 100-200 euro vendendo “50 millilitri”. Tra il 2019 e il 2021 il 47enne, che fu volto tv di programmi di viaggi e fiction e che aveva esordito a fine anni ’80 come uno dei ‘carramba boys’, avrebbe importato con lo stesso sistema da Olanda e Cina del Gbl “per quantitativi compresi tra 1 e 3 litri”. Ed era stato già arrestato nel dicembre 2020. L’ex conduttore, per il giudice, non è una persona che, “come vorrebbe la difesa, pienamente esercita la sua libertà personale di autodistruggersi”, ma “un soggetto che importa” in Italia “quantità considerevoli di una sostanza pericolosa”. Gli sono stati applicati, comunque, il minimo della pena e le attenuanti generiche, anche perché il giudice si augura che Di Maio superi la dipendenza con “una decisione drastica di cura e disintossicazione, che però sinora non vi è stata”.