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Giugliano (Na) – Sono arrivate in Italia dall’Ucraina con la speranza di un futuro migliore e invece sono finite a vivere un vero e proprio incubo. Due sorelle ucraine sono state adescate da un 39enne albanese che le ha costrette a prostituirsi e pretendendo 10mila euro per liberare una delle due sorelle rimasta incinta.

I carabinieri della Stazione di Qualiano, coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – hanno dato esecuzione ad una misura cautelare in carcere nei confronti di un 39enne di origini albanese, Allciu Bashkim, ritenuto responsabile dei reati di riduzione in schiavitù, estorsione continuata e lesioni personali, nei confronti di due sorelle ucraine che, giunte in Italia con la speranza di lavorare, erano poi state costrette a prostituirsi sulla circumvallazione esterna di Giugliano in Campania.

A carico dell’uomo, che era stato arrestato mentre stava andando a prendere le ragazze alla fine del “turno” di lavoro il 17 luglio scorso, sono state raccolti, nel corso delle indagini successive, ulteriori elementi probatori secondo i quali il 39enne, con condotte violente e vessatorie, esercitava nei confronti delle sue vittime un vero e proprio diritto di proprietà obbligandole a piegarsi ad ogni suo volere ed impossessandosi degli interi guadagni della loro professione, arrivando a pretendere addirittura la somma di 10 mila euro come prezzo per la liberazione di una delle due che aveva scoperto essere in stato interessante.

Secondo quanto ricostruito, lo sfruttamento delle due donne avrebbe permesso all’uomo di guadagnare, in un anno, circa 32mila euro.