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Napoli – “Non mi associo all’ipocrisia di chi critica le persone che vediamo per strada camminare in zona gialla e che dicono ‘come mai camminano le persone’. Se non vogliamo vedere quelle immagini e quindi si ritiene che stiamo entrando in una terza fase, si faccia la zona rossa e poi i ristori”. Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ospite di Omnibus su La7. “Se riteniamo che si può stare in una fase di zona gialla, questo lo devono dire soprattutto i medici che supportano la politica – incalza l’ex pm -, io sono dell’idea che si debba aprire h24 cioè fare esattamente il contrario di quello che si sta facendo”.

“A Napoli i cittadini da settimane mangiano ormai all’aperto, tutti dicono che all’aperto è più sicuro che al chiuso, e allora se tieni aperto solo a pranzo le persone andranno tutti a pranzo, se fai un’apertura per tutta la giornata ci saranno sicuramente meno assembramenti, l’economia rifiata e le persone si responsabilizzano di più” rimarca il sindaco di Napoli. “Se invece ci meravigliamo delle persone che camminano, perché c’è una condizione molto grave dal punto di vista pandemico, allora facciamo un mese di zona rossa, ci facciamo il segno della croce, e il governo metta in campo ristori ed iniziative economiche forti e ci riprendiamo in primavera”, continua de Magistris.

Stiamo registrando lo stesso dibattito di contraddizione che c’era nella prima fase, cioè il rapporto tra Stato e Regioni. Si è arrivati così raffazzonati e impreparati, senza coordinamento tra il commissario Arcuri, lo Stato e le Regioni, quando tutto doveva essere pronto per il piano vaccinale”. Rispetto all’utilità di un piano vaccinale unico, l’ex pm sottolinea: “Nel momento in cui si deve vaccinare tutta la popolazione, questo è l’auspicio che ognuno di noi sta facendo, non può esserci una distonia all’interno del Paese. Se c’è un commissario per l’emergenza Covid, che ha gestito da ogni punto di vista l’acquisizione dei farmaci, la distribuzione, le Regioni possono servire per un coordinamento sul territorio ma mi sa che stiamo facendo una brutta figura e su questo si innesta poi il tema economico, molto collegato alla lentezza del piano vaccinale”.