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Napoli – Anm a un passo dal baratro finanziario, arriva lo stop ai ticket mensa e ai pagamenti accessori. Una doccia gelata per i dipendenti dell’azienda del trasporto pubblico napoletano, che ieri hanno dovuto fare i conti con la nuova nota diramata dai vertici di via Gianbattista Marino. La comunicazione firmata dal dirigente Gennaro Narducci rende infatti noto che la Repas Lunch Coupon Srl, fornitrice dei buoni pasto, in seguito all’adesione di Anm al concordato preventivo ha sospeso la consegna dei titoli e richiesto uno specifico provvedimento autorizzativo al Tribunale di Napoli. Insomma, la patata bollente viene adesso affidati ai giudici del Centro Direzionale. L’ultima parola sarà la loro. La partecipata di Palazzo San Giacomo, sul punto, resta però «fiduciosa che la distribuzione dei buoni pasto relativi a gennaio 2018 possa riprendere quanto prima». Il fermo dei pagamenti accessori, vale la pena ricordarlo, riguarda anche l’erogazione dei Tfr per i neopensionati, oltre che tutte le spese in regine di attività straordinaria.
Intanto quella di oggi è stata l’ennesima mattinata di passione per l’Anm, con i convogli della metropolitana collinare ancora alle prese con soppressioni e ritardi abissali. Durissimo il commento del sindacato Usb: «Napoli si è svegliata con l’ennesimo disservizio sulla Linea 1 e con un servizio di autobus ridotto all’osso. Il trasporto pubblico locale è al collasso, ai lavoratori Anm non vengono corrisposte le indennità previste dal contratto nazionale, lo straordinario, il Tfr, i buoni pasto e il sindaco, a capo della sua Amministrazione ribelle, che fa? Continua a raccontare ai napoletani e agli utenti inferociti per le lunghe attese alle fermate e nelle stazioni che la responsabilità di tutta questa odissea è dei lavoratori Anm. Una bugia che arma la mano dei cittadini-utenti facendo esplodere la rabbia verso chi lavora su treni e autobus fatiscenti, tenuti insieme con nastro adesivo e filo di ferro. La Napoli indipendente può esistere solo nell’immaginario di un folle, di un anarchico col cappello in mano».