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L’abuso d’atto d’ufficio è un reato inevitabile, l’Italia ha 150 leggi e migliaia di norme di attuazione, poi ci sono i decreti anticorruzione. Ma l’abuso d’atto d’ufficio rimane, dicono che siamo per la legalità. Ma quale legalità?“. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel suo intervento dal palco dell’assemblea di Asmel, associazione dei Comuni, insistendo sulla necessità di abrogare l’abuso d’ufficio. De Luca ha ricordato che “tale onorevole Orlando – ha detto riferendosi all’ex ministro per la giustizia che è del suo stesso partito – mi ha detto che non so che abbiamo introdotto nel 2017, l’albo riservato delle registrazioni telefoniche. L’eminente statista Orlando non sa che la realtà concreta va in un’altra direzione. I reati specifici come abuso, corruzione vengono individuati ma è stata fatta invece con l’abuso d’atto d’ufficio una azione intimidatoria e barbara, trasferendo una materia amministrativa sul piano penale. Questo è intollerabile, ci auguriamo che una volta tanto si vada avanti nella cancellazione di questo reato, avendo una cosa sola in testa: difendere con i denti l’autonomia e l’indipendenza piena della magistratura che resta un forte valore costituzionale“.
In Italia si pensa che chi lavora negli enti locali sia ladro e intanto noi siamo ostaggi dei cooptati romani che non avrebbero avuto il voto neanche delle loro madri“. Usa ancora una volta toni duri in materia di giustizia il governatore campano Vincenzo De Luca. “Se resta in vigore la legge Severino valga per tutti. Perché scrivete nei tribunali che la legge è uguale per tutti? La legge vale solo per i poveri cristi e su questo lavora la sinistra storica, miei confratelli, bande di opportunisti stupidi che non fanno una piega quando pongo da anni questo problema di legge non uguale per tutti“. Da tempo De Luca chiede di abrogare o rivedere la legge Severino, che vale per gli amministratori locali ma non per parlamentari e membri del governo. “Nel rapporto di chi amministra con il sistema giudiziario – ha detto De Lucasiamo a livelli paradossali e a mio parere incompatibili con un paese civile. Le decisioni degli enti locali sono tra le più controllate del mondo, servono pareri legittimità del responsabile del settore, poi del ragioniere capo, poi del segretario generale, poi i controlli del Tar, del Consiglio di Stato. Tra poco vi chiederanno il controllo anche con le analisi del sangue e dell’urina“.
“Ricordo che nel corso del governo Renzi facevo polemica sulla riforma delle Province. Ma poi sono nate le Città metropolitane che non servono a niente, sono solo il bancomat per i capoluoghi di Regione“. Ha proseguito il presidente della Regione Campania nel suo intervento dal palco dell’assemblea dell’associazione dei Comuni. De Luca ha chiamato in causa il ministro di Renzi Graziano Delrio: “Parlai con il promotore – ha detto – una persona mite e garbata come Delrio, mi sono permesso di dirgli che era una grande puttanata. Abbiamo fatto una riforma che ha complicato la vita di tutti noi. Abbiamo introdotto le Città metropolitane, una cosa demenziale che non funziona“.
La Ragioneria dello Stato non vuole mettere soldi in circolazione per l’Italia, non c’è altra spiegazione per il blocco da parte di questo governo della distribuzione dei fondi Fsc e degli altri finanziamenti per le Regioni e i territori“. Ha concluso il governatore campano Vincenzo De Luca, all’evento per la modernizzazione degli enti locali a Napoli. “E’ passato un anno – ha detto il governatore – e da Roma non ci arrivano i soldi per i cantieri regionali. Ci rispondono che vogliono verificare la coerenza strutturale tra i diversi fondi nelle diverse Regioni. Ma che dovete studiare? Dateci i soldi che così cominciamo ad aprire i cantieri. Almeno chiediamo che ci diano il 50%, poi se trovano incoerenze nei progetti ne discutiamo, ma almeno fateci cominciare i lavori per il territorio“. De Luca ha sottolineato anche che “il Pnrr sul Sud in questo momento viene massacrato dai poteri centrali, c’è un tentativo di ricentralizzazione statale a livelli in qualche caso preborbonici. Intanto nei luoghi istituzionali in cui si lavora di meno cercano di assumere più potere. La ricentralizzazione è cominciata dopo la crisi economica degli anni 2008-2009 in cui c’era un clima di riequilibrio di bilancio per l’Italia e lo fecero tagliando risorse a tutto il sostema delle autonomie locali, a servizi di civiltà come trasporti, sanità, scuola“.