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NAPOLI – Basta “pippe, palle e voti a capocchia”. Vincenzo De Luca, nella prima diretta del venerdì di questa campagna elettorale, parte subito all’attacco.
 
Dà la sua versione sulla fine anticipata del Governo Draghi.
 
Attacca i 5 Stelle, dimostrando di stare con il segretario nazionale del Pd Enrico Letta che ieri ha chiuso il capitolo del campo largo coi grillini.
 
E offre anche la sua ricetta per vincere le elezioni: abbattimento del cuneo fiscale a favore delle imprese e quattordicesima per tutti i lavoratori.
 
Il tutto mentre iniziano a rincorrersi i primi nomi dei probabili candidati. E si tratta dei nomi di due sindaci: Luca Capasso di Ottaviano e Antonio Del Giudice di Striano.
 
E comunque: è solo l’antipasto di ciò che accadrà fino al 22 agosto, data limite della presentazione delle liste.
 
Intanto, dicevamo, il verbo di De Luca: “Mi auguro che il 25 settembre ci sia un voto responsabile. Il voto di sfizio di 4 anni fa che ha regalato il 33% ai Cinque Stelle si è tradotto in un disastro. Se ora si vota di nuovo senza fermarsi a pensare a serietà e competenza, se si vota ‘a capocchia’, poi lo si paga, come è capitato in questi anni”.
 
“Ma, al di là delle preferenze singole – è stato il primo appello del Governatore – cerchiamo di difendere il Sud non votando per quelle forze politiche che sono contro il Mezzogiorno. Non diamo voti a chi non dà risorse per i nostri giovani, i nostri Comuni e le nostre aziende”.
 
Il messaggio è forte e chiaro contro la Lega di Matteo Salvini, in primis. Le cui idee “penalizzerebbero subito il Sud” tanto che gli fanno venire in mente “la riapertura dei manicomi”.
 
Stop, quindi, “al grande circo equestre” che è diventata la politica italiana.
 
La fine anticipata del Governo Draghi, certo, lascia il segno: “Il Presidente del Consiglio – è la ricostruzione di De Luca – aveva la piena fiducia. Poi, 5 Stelle, Lega e Forza Italia l’hanno fatta venire improvvisamente meno. Sono loro i responsabili della crisi”.
 
Dai 5 Stelle, poi, per De Luca, è arrivato qualcosa addirittura “di sconcertante”: “Conte ha detto che Draghi li ha messi alla porta, ma questa è mistificazione! Draghi ripeteva con chiarezza che non proseguiva il Governo senza il consenso dei 5 Stelle, lo ha detto dieci volte. Ma sono dilettanti allo sbaraglio. E ora Conte li porta a demagogia e infantilismo politico”.
 
Certo, anche lui ha avuto da ridire spesso e volentieri sul Governo. Impossibile dimenticare le polemiche sulle scelte per contrastare il Covid, ad esempio. Ma oggi De Luca la mette così: “Non dobbiamo beatificare Draghi dicendo che andava tutto bene: quando le battaglie servono bisogna farle. Ma non bisogna gettare l’Italia nel caos e offrire al mondo un Paese con un sistema politico penoso e inefficiente”.
 
E’ già tempo di pensare alle proposte per il futuro, quindi. Quelli che, secondo De Luca, dovrebbero essere i cavalli di battaglia del Pd in questa campagna elettorale: “Taglio del cuneo fiscale investendo 15-20 miliardi in modo da dare un aiuto determinante alle imprese”. E “quattordicesima a ogni lavoratore: questa, finalmente, sarebbe una misura visibile e consistente”.
 
E’ solo l’inizio dell’estate più calda della storia repubblicana.