- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Napoli – “Se ho telefonato a De Luca? Ci siamo sentiti stamattina. E’ stata conversazione importante e credo sia giusto così perché una cosa sono le differenze politiche che ci dividono di gran lunga e un’altra cosa è il dialogo istituzionale. Credo che questo farà seguito ad un incontro nei prossimi giorni”. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a “L’aria che tira, su La7, annunzia urbi et orbi di aver telefonato a De Luca, che questa volta gli ha pure risposto, a differenza di quanto accaduto negli ultimi due anni. Non ha avuto bisogno, Giggino, di chiamare da un numero diverso dal suo: aveva anticipato a mezzo stampa che avrebbe fatto la fatidica telefonata, lamentando le mancate risposte dello “sceriffo”.

Cosa si sono detti i due? Pochissime parole, il tempo di stabilire che un incontro ci dovrebbe essere a breve, incontro istituzionale, niente di amichevole, perché De Luca non solo non ha mai digerito le accuse e le critiche rivoltegli ogni santo giorno da De Magistris, ma soprattutto non dimenticherà mai quei sacchetti di spazzatura con il volto del figlio Roberto che il 28 febbraio del 2018 gli attivisti del centro sociale Insurgencia gli lanciarono contro. Insurgencia, da sempre componente fondamentale dell’arcipelago che sostiene  De Magistris, esprime assessori, presidenti di municipalità, consiglieri comunali: De Luca ha sempre pensato che dietro quella aggressione ci fosse, quanto meno come “mandante morale”, si sarebbe detto un tempo, proprio il sindaco, e da quel giorno il governatore ha considerato il sindaco di Napoli non più come un avversario politico, ma come una persona con la quale non voleva più avere nulla a che fare.

Oggi, la telefonata: breve, dicevamo, ma che per le “colombe” dei due schieramenti, per quelli che intorno a De Magistris e nel Pd fanno il tifo per una ricomposizione dei rapporti politici e istituzionali, è un piccolo segnale, un seme da non disperdere. “Tra i due”, spiega ad Anteprima24.it una fonte vicinissima al sindaco, “i rapporti non sono sempre stati così tesi. Sono due caratteri forti, decisi, che erano destinati a scontrarsi, prima o poi. C’è stato anche un periodo di collaborazione, poi è andata come tutti sappiamo. I sacchetti di spazzatura? Insurgencia è una componente della maggioranza, ma non è l’unica, e tra l’altro i centri sociali agiscono senza certamente avvertire prima il sindaco”.

Come si può ricomporre, se si può, questa frattura? “E’ difficile”, continua la fonte, “ma non impossibile, e del resto chi avrebbe immaginato di vedere Matteo Renzi e Luigi Di Maio insieme al governo, o lo stesso Di Maio alleato con Salvini? La politica è l’arte del possibile. Bisognerebbe ripartire dallo schema che ci ha permesso di portare Sandro Ruotolo in Senato, ma eliminando i veti contrapposti. Del resto, è vero che i sondaggi ora premiano De Luca, ma il centrodestra è forte, e c’è bisogno di unità”. De Magistris che sostiene una coalizione con De Luca candidato? De Luca che si allea con De Magistris? “Sembra difficile, lo è, ma non è impossibile. L’importante è che i falchi, di entrambe le fazioni, lascino il posto alle colombe. Vediamo come andrà l’incontro”. Se ci sarà.