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Napoli – Amarezza, sconforto e delusione. Sono queste le parole che Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli, ha scelto nel commentare la decisione del Governo, poi revocata, di attribuire espressamente ai sindaci il compito di chiudere vie e piazze dopo le 21.

La bozza del nuovo DPCM circolata nella giornata di ieri, all’ art. 1, comma 2-bis, attribuiva espressamente ai sindaci il compito di disporre “la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento”. L’articolo ha mandato su tutte le furie i primi cittadini d’Italia, con De Magistris a lanciare la critica più dura nei confronti dell’esecutivo.

Il Presidente del Consiglio ha annunciato che i sindaci potranno adottare coprifuoco parziali, di vie e piazze, dalle 21. Conoscendo la sensibilità istituzionale del Presidente e la coesione che deve caratterizzare questo difficilissimo periodo che vive la nostra Repubblica –  ha commentato De Magistris – non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile”.

Il sindaco ha poi attaccato direttamente il Governo, reo di scaricare le responsabilità sui Comuni: “L’effetto delle parole pronunciate dal Presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Lo Stato sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica. Provo amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilità, la volontà e la lungimiranza di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresenta, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro”.

Infine, De Magistris ha rivolto un messaggio al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Dopo 9 mesi dallo scoppio della pandemia è un segno di debolezza e mancanza di lucidità dello Stato non riuscire a garantire il controllo del territorio e scaricarlo sui sindaci che spesso non hanno né personale, né soldi, per pagare straordinari. Il Presidente Conte corregga il tiro, faccia il generale che sta vicino ai soldati che combattono sulla prima linea con pochi viveri e poche armi e che cercano, ogni giorno, di arginare epidemia sociale, economica e lavorativa e contenere l’avanzata del contagio criminale”.

Le critiche piovute sul Governo sembrano aver sortito l’effetto voluto. La versione definitiva del DPCM, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, elimina l’espressa menzione ai sindaci, lasciando, tuttavia, inalterato l’articolo nella restante parte.