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Napoli – La Giunta de Magistris ha approvato oggi un’importantissima delibera, a firma del vicesindaco con delega al Bilancio Panini con la quale l’Amministrazione chiede a Cassa Depositi e Prestiti l’anticipazione di liquidità per 500 milioni di euro che consentirà al Comune di scorrere il cosiddetto cronologico, ovvero di effettuare i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2019 relativi a somministrazioni, forniture, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali.

La concessione dell’anticipazione (prevista dagli artt. 115 e 116 D.L. 34/2020) consentirà all’Amministrazione di immettere immediatamente nel circuito dei fornitori del Comune consistenti risorse, di fatto l’intero ammontare dell’anticipazione ricevuta. Tali somme, trasferite alle imprese napoletane e, più in generale, ai creditori dell’Ente per le prestazioni già effettuate, consentiranno di riattivare il ciclo virtuoso economico e finanziario del territorio, stimolando la ripartenza dell’economia della nostra città, profondamente colpita dalla pandemia da Covid-19.

“L’emergenza sanitaria che, con molta fatica, stiamo giorno per giorno lasciando alle nostre spalle, ha innescato una profonda crisi sociale ed economica, a cui questa amministrazione sta dando risposte fin dalla prima ora attraverso un ampio spettro di attività, sia autonome che offerte dalla legislazione emergenziale”, dichiara il vicesindaco Enrico Panini.

“Con l’obiettivo di intervenire al massimo delle nostre possibilità organizzative e finanziarie, abbiamo valutato con grande interesse la misura dell’anticipazione di liquidità offerta da Cassa Depositi e Prestiti per un importo di 500 milioni euro che ci consentirà di pagare in tempi brevissimi tutti i creditori del Comune di Napoli, azzerando i ritardi e dando respiro all’economia della città. – continua Panini Non possiamo, infatti, permettere che le attività produttive, commerciali, artigianali, professionali, sportive, quelle del terzo settore, dopo aver subito gli effetti tragici del lockdown, e in molti casi ancora trovandosi di fatto in condizioni di chiusura, ricevano ulteriori danni economici dalla oggettiva difficoltà nell’incassare i crediti per prestazioni rese all’Ente prima dello scoppiare della crisi sanitaria”.