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Napoli – “Una scelta d’amore per la città” che altrimenti lascerebbe nelle mani di un commissario. Ma quella di Luigi de Magistris – oggi l’annuncio della sua non candidatura – sembra tanto la dichiarazione di un ragazzo che senza speranze con la bella della scuola, allora prova con l’amica. 

Non ci sono i voti e forse neanche le risorse per la campagna elettorale. Non c’è una coalizione forte, anzi non c’è proprio una coalizione perché di quello che è rimasto a sinistra – che non abbia abbracciato Vincenzo De Luca – sono tutti contro tutti. Gli innumerevoli annunci di candidarsi sono inversamente proporzionali a quello che de Magistris ha in termini di numeri: talmente risicati che il rischio di non guadagnarsi nemmeno lo scranno di consigliere regionale è altissimo.

“Non ci sono le condizioni” gli dicono il fratello Claudio de Magistris e i suoi fedelissimi confermando quello che ormai si sa da un po’. Ieri la riunione in tarda serata, l’ultima dopo gli incontri a tambur battente di queste settimane. Una candidatura che ha il sapore di un bluff. In realtà mettere sul tavolo quella possibile discesa in campo ora più che mai sembra sia servito per alzare la posta, per trattare. La possibilità che si vada al voto regionali-comunali insieme che nessuno vuole diventi realtà, che De Luca possa diventare troppo forte e la partita delle prossime comunali: le carte per il poker col Pd (quello che ha sempre dialogato col sindaco). Ieri l’incontro a Roma tra il Governatore e il segretario nazionale Pd, Nicola Zingaretti che già una volta ha tentato di promuovere la pace tra lo sceriffo e l’ex pm. Zingaretti che dopo un primo forfait si vocifera a Palazzo San Giacomo e nei corridoi dem abbia avuto un confronto con il sindaco. Così si fa strada il patto di fine consiliatura tra Pd e deMa con le rassicurazioni su un incarico politico una volta finito il mandato. Già perché se non in campo alle regionali e senza Politiche in vista, cosa farà il sindaco? In un cul-de-sac a de Magistris non resta che aggrapparsi al Pd. E allora stamattina con indosso la giacca blu e la camicia bianca bella inamidata siede alla sua scrivania da sindaco, aspetta che la telecamera sia accesa e tira fuori quelle cinque parole. “Ho deciso di non candidarmi”. Lo fa tre giorni prima del 20 giugno, la fatidica data che aveva indicato per l’annuncio. Il giorno del suo compleanno. Ma il regalo pare sia già arrivato.