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Napoli – «Surreale ma vero, il mio compleanno è diventato uno degli argomenti principali del dibattito politico cittadino, come il mio dito medio e le cose che cazzeggiando condivido sulle bacheche dei miei amici, spesso tradotte dai giornali in rilevanti fatti di cronaca che evidenziano la mia pericolosità sociale». Il trenino del sindaco nel centro sociale occupato continua a tenere banco e adesso, a pochi giorni di distanza dal party della discordia, arriva la replica dell’involontario regista della “trappola”. L’antagonista Egidio Giordano, il festeggiato – per intenderci – decide di affidare a un lungo post pubblicato su Facebook il proprio punto di vista sull’accaduto.    
«Dunque ricostruiamo la faccenda. Mezzocannone Occupato è uno spazio autogestito ormai da cinque anni, di proprietà per un pezzo della Regione e per l’altra dell’Università. A domanda, i rettori della Federico II hanno sempre risposto che quei locali inutilizzati sono anche inutilizzabili, visto che l’Università non ha i soldi per gestirli. L’alternativa a quelle esperienze autogestite, dunque, è il deserto, l’abbandono o il mercimonio», mette subito in chiaro il leader di Insurgencia. Giordano entra quindi nel merito della polemica: «Come ogni venerdì Mezzocannone era aperto per tutte e tutti, e così che è potuto entrare il collaboratore dei 5 Stelle, non grazie ad un’operazione di controspionaggio. Aperto a chi non ha soldi per pagarsi l’ingresso nei locali e viene nel nostro spazio per stare insieme. In quella circostanza ho portato una torta e spento le candeline per il mio trentaquattresimo compleanno. Dov’è la notizia? La notizia è che il sindaco di Napoli è passato a farmi gli auguri e ha commesso l’orrendo crimine di fermarsi ad ascoltarci mentre passavamo un po’ di musica insieme». E qui arriva la prima novità. A registrare il video, lo stesso che ha poi fatto il giro del web e della stampa locale, sarebbe stato «un collaboratore della consigliera 5 Stelle, Marì Muscarà», il quale «è venuto alla serata e non ha trovato niente di meglio da fare che fotografare lo scandalo di una persona che festeggia insieme ad amici dopo una giornata di lavoro. Da qui sono nate le farneticazioni di questi giorni, in una gara a chi è più imbecille. Se la giocano i consiglieri regionali dei 5 Stelle che gridano allo scandalo perché un sindaco frequenta uno spazio occupato, fingendo di non sapere che tanti dei loro attivisti nei centri sociali ci passano quotidianamente per parlare di politiche ambientali, lotta alla criminalità organizzata, difesa del territorio. Ma dopo tutto i consiglieri regionali del 5 stelle non sono molto svegli: non si sono accorti di quello che succedeva nella Sma Campania, forse perché sono troppo occupati a seguire le feste di compleanno alle quali non sono invitati». Il compagno della consigliera comunale Eleonora de Majo ne ha però anche per l’informazione locale: «Ma in pole position ci sono “Repubblica” e il “Mattino”, che addirittura da una festa di compleanno traggono un bilancio sull’esperienza De Magistris, complice dei centri sociali, complice dell’illegalità e probabilmente anche dell’effetto serra, del buco dell’ozono e dell’estinzione dei dinosauri. Ovviamente nessuno dice che Mezzocannone non è di proprietà del comune e quindi, anche volendo, de Magistris non ha giurisdizione su quei locali. Nessuno dice che i proprietari di quel posto non hanno mai richiesto lo sgombero dello stesso perché sanno bene che l’incuria e il degrado in cui era abbandonato sono peggio di qualunque autogestione. Nessuno dice che sui beni comuni la giunta non favorisce l’illegalità, ma produce norme e regolamenti di uso civico che possono non piacere a quelli che vorrebbero svendere ai privati il patrimonio pubblico, ma sono atti amministrativi precisi, scelte politiche che caratterizzano quest’Amministrazione. Nessuno dice, soprattutto, che i centri sociali non se li è inventati de Magistris: ci sono in questa città da più di trent’anni e nell’intero Paese da quaranta. Ci fa piacere che il sindaco di Napoli riconosca l’importanza di queste esperienze, soprattutto nel pieno di una crisi drammatica degli enti locali che all’autogestione, al mutualismo potrebbe opporre solo macerie, rovine o privatizzazioni selvagge».