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Tavolini e ombrelloni anche sulle strisce blu a Napoli. Qualcosa più di un’ipotesi: l’idea è nella bozza del nuovo regolamento dei dehors, portata in commissione comunale Commercio. A redigerla l’assessore Teresa Armato e la polizia municipale. Il nuovo articolo 13 darebbe stabilità a una deroga, varata in era Covid. Una misura oggi maldigerita da molti. La previsione, infatti, sottrae posti ai veicoli. E a Napoli i parcheggi pubblici sono merce rara. “Ad eccezione dei dehor – recita la bozza -, su porzioni di suolo complanari alla carreggiata in sostituzione della sosta possono essere concesse occupazioni di suolo pubblico/di aree private di interesse pubblico sulle quali insiste una servitù di passaggio solo mediante la posa di strutture semirigide amovibili“.

Le occupazioni potrebbero concedersi “solo su strade classificate, ai sensi dell’art. 2 del Codice della Strada, come locali o come residenziali”. Nonché, si aggiunge, “all’interno delle aree omogenee definite, ai sensi del Codice della Strada, Zone 30”. Ossia, dove vige il limite di 30 km orari. E sempre siano “compatibili con parametri di sicurezza stradale legati all’intensità del traffico veicolare e dei mezzi pubblici di superficie e alle caratteristiche geometriche e viabilistiche della strada”. Le località adatte verrebbero inserite in apposito elenco, formato dall’amministrazione. Nei casi indicati, l’occupazione sarebbe ammessa “nelle fasce di sosta libera, sosta moto, sosta residenti e sosta a pagamento”. La previsione nasce per “esigenze di sostegno delle attività commerciali”. Ragioni da “contemperare” col “soddisfacimento della domanda di sosta residenziale”. Per trovare un equilibrio tra opposti, le occupazioni non sarebbero “concedibili di norma spazi complessivamente superiori a 2 (due) stalli di sosta in linea ovvero di 10 mt. lineari”. Oppure in aree maggiori “di 2 (due) stalli di sosta a pettine, pari a circa 5 mt. lineari, né di lunghezza inferiore alla segnaletica orizzontale di integrazione all’interno della fascia di sosta ovvero 4 mt.“. Tutto questo “salvo valutazioni specifiche degli uffici competenti in relazione al contesto urbano del quartiere di riferimento, alla fruibilità in loco di parcheggi ovvero alla disponibilità di spazi di sosta“.

Qualche perplessità suscita in alcuni anche la conferma di una vecchia disposizione. Si tratta de criteri generali di collocazione, disciplinati dall’articolo 12. Il terzo comma si riporta al Codice della strada, fissando in 2 metri la distanza dei dehors dal marciapiede. Una regola prevista per “consentire il transito pedonale lungo il marciapiede”. Tuttavia il limite scenderebbe a 1.20 metri “nelle zone di rilevanza storico-ambientale, ovvero quando sussistano particolari caratteristiche geometriche della strada”. La distanza si abbassa, cioè, in luoghi come il Centro Storico. Proprio quelli oggi invasi dai turisti. La norma è già nell’attuale regolamento, datato 2014. Ma all’epoca, forse, non si immaginava l’odierno boom di visitatori. “Allo stato attuale questa proposta deve essere migliorata” sostiene il consigliere comunale Gennaro Esposito del gruppo Manfredi Sindaco. Secondo lui “questo regolamento che riguarda gli spazi pubblici deve essere declinato non in chiave commerciale, ma di vivibilità”. Esposito ricorda come “noi da decenni siamo inchiodati agli ultimi posti nella classifica della qualità della vita”. E quindi “la vivibilità deve essere il tema politico portante di ogni azione amministrativa”. Vedremo se tutto il consiglio comunale la penserà così.