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Napoli – Dal centrosinistra, anzi dalla sinistra, al centrodestra, anzi alla destra. Ma sempre da un magistrato all’altro.

E’ questa la proposta (indecente) che parecchi esponenti di Dema stanno prendendo in considerazione, ma in realtà non manca chi si offre in prima persona, per passare dalla corte di Luigi De Magistris a quella di Catello Maresca. Vale a dire dalla corte del sindaco in scadenza e già proiettato verso le elezioni regionali della Calabria dova ha deciso di correre come aspirante Governatore, a quella del candidato sindaco in pectore del centrodestra.

Le voci di dentro di palazzo San Giacomo raccontano che gli uomini vicini a colui che continua ad essere un sostituto procuratore generale di Corte d’appello abbiano riempito le loro agendine dei numeri di telefono di moltissimi tra coloro che hanno avuto in questi anni un ruolo di primo piano nei vari staff esecutivi di piazza Municpio.

L’obiettivo, nemmeno tanto velato, è quello di portarli dalla parte di Maresca in compagnia delle loro “doti elettorali”.

Il magistrato tuttora in carica non ha mai rinunciato all’idea di correre per diventare sindaco di Napoli senza alcun simbolo di partito. La qual cosa, se per Forza Italia (contrariamente a Lega e Fratelli d’Italia) è tutto sommato accettabile, potrebbe agevolare – secondo i piani dei mareschiani – proprio quest’esodo di chi, finora, è stato alla corte dell’altro magistrato: De Magistris.

Operazione impossibile? Tutt’altro. Dema, ormai, sia tra le sue fila più radicali (quelle ex Insurgencia di Eleonora De Majo) che tra quelle più moderate (quelle che in questi anni hanno occupato molti posti di comando a Napoli), somiglia sempre più a una polveriera. E le schegge sono già impazzite.

Se è vero (come già riportato) che alcuni pezzi si sono già messi a ragionare con il Pd, altri hanno detto sì a Maresca. E altri ancora non aspettano altro che una telefonata, o si danno da fare loro stessi per avere il numero di telefono buono per cercare di garantirsi un futuro anche dopo che sarà finita l’amministrazione in carica (tra l’altro, potrebbe avere i fili staccati ben prima di ottobre con un blitz della minoranza che, ormai, è diventata maggioranza in consiglio comunale).

Allora, questo è già tempo di riposizionamenti. Tra l’altro, avvantaggiati sulla via che porta a Maresca, dal fatto che il magistrato candidato in pectore del centrodestra si rende conto di avere bisogno di allargare i confini della coalizione che ha puntualmente perso le elezioni comunali di Napoli dal 1993. Di avere bisogno di personale che conosce già la farriginosissima macchina comunale di Palazzo San Giacomo. E dal fatto che vorrebbe sbaragliare la concorrenza al primo turno, evitando il ballottaggio e il pericolo di incappare in una sconfitta che, per chi sta dandosi da fare da candidato senza svestire i panni di magistrato, avrebbe doppiamente il gusto della beffa.