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Appena due mesi fa denuncio il fratello Antonio per maltrattamenti in famiglia dovuti all’alcolismo. Ora, da circa una settimana, il produttore cinematografico Gaetano Di Vaio ha intrapreso una lunga battaglia contro il sistema giudiziario italiano “insensibile” di fronte al calvario che sta vivendo il fratello e di conseguenza tutti i suoi familiari più cari, a partire proprio dalla moglie e dai figli.

Antonio Di Vaio è ricoverato in chirurgia d’urgenza all’ospedale Cardarelli di Napoli dove ha subito negli ultimi 10 giorni tre interventi allo stomaco. Le sue condizioni di salute sarebbero gravi ma continua ad essere piantonato “come un boss” da quattro agenti di polizia penitenziaria. “Eppure mio fratello era incensurato fino alla mia denuncia” racconta Gaetano Di Vaio.

“Antonio ormai è senza più forze – aggiunge -. Non si muove più. non parla. Sguardo spento. Ancora circondato da 4 agenti che a loro volta sono costretti ad assistere a questo strazio. Oggi (ieri per chi legge, ndr), all’arrivo di moglie e figli, gli agenti li guardavano come a dire “non è colpa nostra”. Io a questi agenti di Polizia Penitenziaria dico solo grazie per la loro sincera umanità mostrata durante questo tremendo calvario. E dico grazie ai medici della prima chirurgia d’urgenza dell’ospedale Cardarelli che hanno fatto l’impossibile per tenere in vita mio fratello. Resta in noi l’ulteriore dolore per come il giudice si è comportato in questi 15 gironi. Abbiamo ricevuto da parte sua totale disumanità. Questi post ad oltranza sui miei social sono l’unico mezzo che noi familiari abbiamo a disposizione per lasciare traccia “tangibile” della via crucis a cui è stato posto mio fratello e noi familiari dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli”.

“Noi familiari non abbiamo mai potuto comunicare direttamente con il

Gip per far comprendere la gravità della situazione e l’ingiustizia che ci sta facendo subire” conclude Di Vaio.