- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione in concorso e danneggiamento ai danni di un imprenditore residente a Perugia, due italiani arrestati dai carabinieri in un’abitazione di Torre del Greco, occupata da pochi giorni.

Gli inquirenti li ritengono vicini ad ambienti camorristici. Durante la perquisizione domiciliare – riferisce la Procura di Perugia – sono state rinvenute all’interno della cassetta dello scarico del water avvolte in buste di plastica, due pistole con matricola abrasa e il relativo munizionamento. L’operazione è stata condotta dai militari della compagnia di Perugia, supportati da quelli del comando provinciale di Napoli che hanno così dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip del capoluogo umbro su richiesta della Procura guidata da Raffaele Cantone.

L’indagine è stata avviata dopo una denuncia presentata alla stazione carabinieri Fortebraccio da un imprenditore umbro nella quale l’uomo evidenziava di aver subito atti intimidatori legati all’acquisizione società. Sosteneva in particolare che in precedenza si era recato a Milano per definire i dettagli della trattativa e in quello stesso giorno aveva ricevuto sul suo cellulare due chiamate anonime da parte di un uomo che, con accento napoletano, lo esortava a non continuare e ad interrompere immediatamente la trattativa. Tornato a Perugia poco dopo riceveva ulteriori telefonate in cui veniva minacciato di morte insieme alla sua famiglia e – è emerso sempre dall’indagine – qualche giorno dopo era stata danneggiata la sua auto, con ammaccature alle fiancate e al vetro mentre a terra erano stati lasciati due proiettili a salve e una coppia di guanciole in plastica per l’impugnatura di una pistola. Sono stati quindi acquisiti i filmati dalle telecamere di sorveglianza della zona e dai rilievi del Ris, dall’analisi dei tabulati telefonici e da ulteriori approfondimenti investigativi sono stati raccolti “gravi indizi” di presunta colpevolezza a carico di due giovani, risultati pluripregiudicati e residenti in Campania, ritenuti “verosimilmente” gli autori delle telefonate anonime e del danneggiamento dell’auto.