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Napoli – Che cosa ha spinto Vincenzo Palumbo, il camionista di 53 anni di Ercolano a esplodere addirittura 11 colpi contro l’auto nella quale si trovavano Giuseppe Fusella, di 26 anni, e Tullio Pagliaro, di 27, uccidendoli? E’ uno degli interrogativi al quale dovranno dare una risposta gli inquirenti che non hanno comunque alcun dubbio sulla volontà di Palumbo di provocare la morte dei due giovani.

La versione fornita dall’uomo in un lungo interrogatorio e che ha parlato di un giovane che sarebbe stato visto scappare dalla sua proprietà prima di entrare in un’auto con il motore acceso – di qui l’idea di Palumbo, secondo quanto ha raccontato che si trattasse di due ladri – è stata nettamente confutata dalla Procura di Napoli per la quale non c’è alcun dubbio. La sua era una “condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte”.

Nulla, secondo quanto emerso dalle immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno scolpito i momenti della tragedia e dall’esame dell’auto dei ragazzi che potesse giustificare – se mai vi fosse stata – una reazione così violenta, con tanti colpi esplosi da un’arma potente, la Beretta calibro 40 legalmente detenuta. I primi accertamenti balistici sono stati compiuti sul luogo della tragedia nelle fasi immediatamente successive per individuare la posizione dalla quale Palumbo ha sparato e stabilire la traiettoria dei fori nella carrozzeria. Possibile che sia la Procura che le parti si rivolgano a dei periti per esami più approfonditi. Ulteriore chiarezza potrà arrivare dalla autopsia sui corpi dei due giovani in programma mercoledì pomeriggio al Secondo Policlinico di Napoli. Mentre i funerali nella loro Portici potrebbe a questo punto svolgersi giovedì. Domani mattina si terrà l’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli nei confronti di Vincenzo Palumbo. A Palumbo dal 29 notte chiuso nel carcere di Poggioreale, i carabinieri e il procuratore aggiunto di Napoli Pierpaolo Filippelli contestano il reato di duplice omicidio aggravato. L’udienza si terrà alle 11 nel carcere di Poggioreale. Palumbo sarà difeso dagli avvocati Fioravante De Rosa e Francesco Pepe. A Portici, loro città di residenza, si è pregato oggi, domenica, per Giuseppe Fusella, il 26enne e Tullio Pagliaro, 27, uccisi in via Marsiglia a Ercolano (Napoli).

”Abbiamo pregato in modo forte per le tre famiglie, distrutte da un’unica azione omicida”, così don Giorgio Pisano, sacerdote nella chiesa del Sacro Cuore in via Diaz. “Non uccidere. Amerai”, questi i due verbi utilizzati nell’omelia. ‘‘Ho detto ai ragazzi che anche chi ha ucciso, o uccide, può iniziare ad amare e a perdonarsi e a lasciarsi perdonare dagli altri con azioni sociali di bene, ovvero di giustizia riparativa perché nella morale comune si tende solo a punire, laddove punizione significa vendetta”.

“E’ una tragedia: non ci sono parole, la mente umana purtroppo fa brutti scherzi”. Così don Enrico Aleotti, sacerdote nella parrocchia S. Maria Del Buon Consiglio al corso Garibaldi a Portici (Napoli) a poca distanza dall’abitazione di Fusella. ”Non conoscevo lui’ – dice il sacerdote – è una brava famiglia, brave persone, dicono qui in zona”.