- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Il suo nome firma alcune delle canzoni più belle e figura nella band britannica nata a Liverpool nel 1960 ma da oggi rappresenta anche un emendamento, stiamo parlando di Paul McCartney.

Dai Beatles al Ministero dei Beni Culturali, Paul è riuscito a cambiare la storia della musica internazionale e anche la storia dei rimborsi di concerti annullati a causa del Covid-19. Dario Franceschini, ministro dei beni culturali, ha emanato infatti, il cosiddetto “emendamento McCartney”.

Tutto è iniziato quando a seguito dell’annullamento del suo concerto a Napoli, previsto per il 10 giugno, agli spettatori è stato offerto solo un voucher come forma di rimborso e non la cifra pagata al momento dell’acquisto. Alle polemiche dei fan si sono aggiunte anche quelle del cantante che ha commentato la vicenda definendola “scandalosa”.

Le cose però sono cambiate e con l’emendamento McCartney finalmente si potrà avere il rimborso economico (e non solo sotto forma di voucher) dell’evento.

Nell’emendamento si legge che il promoter “provvede, comunque, al rimborso con restituzione della somma versata ai soggetti acquirenti alla scadenza del periodo di validità del voucher quando la prestazione dell’artista originariamente programmata venga annullata, senza rinvio ad altra data compresa nel medesimo periodo di validità del voucher (18 mesi, ndr). In caso di cancellazione definitiva del concerto, l’organizzatore provvede immediatamente al rimborso con restituzione della somma versata”.

Per chi ha già richiesto il voucher, prima del cambiamento delle direttive, la questione però si complica e non sono ancora chiare le modalità per la richiesta del rimborso della somma.