“Siamo stufi di essere trattati come fantasmi”. Gli abitanti di via Coroglio danno appuntamento a lunedì 7 luglio, fuori la sede di Invitalia a Napoli. Sono proprietari di case, inquilini e gestori dei locali. In un comunicato, annunciano che “è stato rinnovato il vincolo preordinato all’esproprio sui nostri immobili per ulteriori 5 anni”, nel Borgo di Coroglio a Bagnoli. La procedura rientra nel Programma di Risanamento Ambientale e di rigenerazione Urbana (Praru). Ma contestano le valutazioni delle loro proprietà. “Invitalia – sostengono -, vuole che siamo noi a dover pagare i danni dell’inquinamento di una fabbrica imposta dallo Stato, svalutando i nostri immobili e cacciandoci dalle nostre case”. Per questo chiedono “un incontro urgente” alla società, soggetto attuatore del Praru di Bagnoli-Coroglio. A partire proprio da lunedì prossimo.
Si invocano “chiarimenti sui progetti”. Sono tante le questioni da appurare. Ad esempio, i “tempi effettivi” della procedura espropriativa, “sempre subordinata alla preventiva sistemazione alloggiativa in altri immobili idonei“. Gi espropriandi non accetterebbero “mai sistemazioni alberghiere o in città distanti da Bagnoli-Fuorigrotta”. C’è poi il capitolo di quando “verranno realizzate le nuove abitazioni (case parcheggio)”, alloggi provvisori in vista di nuova sistemazione. E quindi si arriva ad un punto cruciale. Per chi vorrà rientrare negli immobili ristrutturati, si prevede un esborso ben superiore all’indennizzo dell’esproprio. Per questo, i residenti chiedono “l’annullamento dei costi”. Nei “Borghi rigenerati”, sottolineano infatti, i lavori saranno “eseguiti con fondi statali“. E trovano “scandalose” le valutazioni “fatte dai tecnici di Invitalia sulle proprietà da espropriare”. In questo caso, vorrebbero invece stime rispecchianti “il reale valore venale degli immobili”. Al governo, inoltre, si richiede un decreto per garantire “tempi certi per il completamento dei lavori”, ma anche quelli di “rientro dei residenti nelle nuove abitazioni”.
Per discutere di tutto ciò, cercano un faccia a faccia con le autorità. Tuttavia lamentano un’assenza di riscontro. “Dopo numerose pec inviate – spiegano – al Commissario Gaetano Manfredi, all’Ente Invitalia e al Primo Ministro Giorgia Meloni, ad oggi nessuna risposta e nessun incontro”. Tra i residenti i malumori sono evidenti. “Siamo persone e cittadini napoletani che meritano rispetto” dicono. E stigmatizzano il “silenzio delle Istituzioni nei nostri confronti”. Ma promettono: da adesso la protesta sarà incessante.