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Sono due le condanne all’ergastolo, due a 15 anni e un’assoluzione con formula piena di colui che era ritenuto il cosiddetto ‘specchiettista’. Questo è quanto ha deciso la terza sezione della Corte di Assise di Napoli sul duplice omicidio di camorra di Lucio Di Giovanni e Antonio De Grazia, avvenuto il 6 febbraio 2000, a Ercolano, in provincia di Napoli. Un assassinio commesso a pochi metri da una tenenza dei carabinieri. L’unico assolto è Andrea Sannino, difeso dagli avvocati Gennaro Pecoraro e Andrea Scardamaglio, per il quale il sostituto procuratore Ferrigno aveva chiesto l’ergastolo. A compiere il raid furono killer dei clan Lo Russo e Birra. Nello stesso contesto si inquadrano altri due omicidi, con altrettante vittime, sui quali i giudici hanno emesso la sentenza: quello di Giuliano Cioffi, il cognato del boss Raffaele Ascione dell’omonimo clan. Per questo omicidio era stato accusato, iniziamente in qualità di esecutore materiale Pasquale Genovese, nipote del boss Costantino Iacomino, che invece è stato assolto. Nel corso del dibattimento è emersa l’inattendibilità dei collaboratori di giustizia anche riguardo le ipotesi accusatore che indicavano Genovese come l’armiere e l’organizzatore del raid. Il pm, infatti, ne aveva chiesto l’assoluzione. Infine la Corte si è anche pronunciata sull’omicidio di Giuseppe Borrelli, affilato al clan Ascione, assassinato il 30 agosto del 1997, per il quale è stato dichiarato colpevole Franco Sannino.