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Napoli – Tra Roberto Fico e la candidatura a sindaco in quota centrosinistra più Movimento 5 Stelle c’è un ostacolo in più: i Verdi.

Il partito ambientalista, presente al tavolo costruito dal segretario cittadino del Pd Marco Sarracino, per voce di Fiorella Zabatta, componente dell’esecutivo nazionale dei Verdi e delegata al tavolo del centrosinistra napoletano, mettendo fretta proprio a quest’ultimo, sembra folgorato sulla via del riformismo battuta dall’altro uomo di riferimento dei dem napoletani: Vincenzo De Luca. Il Governatore, infatti, è da sempre contro l’alleanza del centrosinistra con il Movimento 5 Stelle che sta costruendo Sarracino e che porterebbe quasi automaticamente a una candidatura di Fico.

Per De Luca e i suoi (leggi Fulvio Bonavitacola, ma da oggi pure i Verdi), molto meglio presentarsi alle elezioni amministrative di Napoli con lo stesso schieramento che a settembre ha stravinto le regionali: a trazione molto più moderata e centrista, con un pieno di liste civiche ispirate proprio da Palazzo Santa Lucia. E, di conseguenza, molto meglio un candidato sindaco molto più gradito rispetto a Fico: l’ex ministro della ricerca e dell’Università Gaetano Manfredi, ad esempio. Un nome che, avendo fatto parte del Conte 2, metterebbe in diffocoltà anche gli stessi grillini.

In ogni caso, i Verdi la mettono così: “Continua a pendere sulla testa dei napoletani la grave minaccia che il loro futuro dipenda da giochi romani e che il candidato a sindaco di Napoli sarà il frutto di equilibri e di accordi nazionali”.

“La terza città d’Italia, dilaniata da troppi anni di mal governo – argomenta la Zabatta – non merita di essere trattata come merce di scambio su altri tavoli (il riferimento è a Roma, dove Letta ha già detto che non sosterrà mai una Raggi bis, il che lascerebbe via libera ai grillini a Napoli, ndr). Questa è una politica al ribasso che non possiamo accettare. Altri anni di amministrazione scriteriata rappresenterebbero una rovina tale per Napoli che potrebbe non riprendersi più”.

“La città – a detta dei Verdi, quindi – merita il miglior candidato unitario possibile che non può essere in alcun modo frutto di compensazione politica per mantenere altri equilibri politici”.

Il messaggio a Sarracino è presto detto: “La pausa immotivata e ingiustificata nella quale siamo caduti è pericolosa. E’ giunto il momento di stabilire una dead line per questo stallo controproducente per l’intera coalizione”.

“Due settimane fa il Pd aveva preso l’impegno di riconvocare subito il tavolo, di redigere un “preambolo politico” da discutere insieme e di stilare una bozza di programma per punti che unisse i contributi delle forze presenti al tavolo”.

“Ma da allora le uniche informazioni ricevute sono state quelle pubblicate sulla carta stampata: non una mail, non una telefonata informale, non un incontro per decidere insieme il da farsi, per valutare e concordare anche sull’opportunità di una pausa. Siamo alle basilari regole della buona educazione e del rispetto reciproco tra partiti. Che possono avere anche un diverso peso politico, ma hanno comunque pari dignità”.