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Anacapri (Na) – Questa mattina il complesso balneare “Nettuno”, in via Grotta Azzurra n.46 ad Anacapri è stato posto sotto sequestro dai finanzieri della Tenenza di Capri insieme al personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo della Guardia Costiera di Capri, il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica. La struttura immobiliare si trova in località Gradola, su un costone roccioso a picco sul mare in prossimità della Grotta Azzurra, della superficie di circa 4.000 mq e che si sviluppa su terrazzamenti. Il procedimento è iscritto nei confronti di 17 indagati, tra i quali il proprietario del lido Nettuno, i direttori dei lavori nonché i dirigenti ed i funzionari dell’UTC di Anacapri, i componenti della Commissione locale per il paesaggio e della Commissione edilizia di Anacapri, funzionari e tecnici della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici ed artistici di Napoli e Provincia per vari reati.

Dalle indagini, coordinate dalla 5^ Sezione – reati ambientali della Procura della Repubblica di Napoli, anche grazie all’aiuto di una consulenza tecnica, è emerso che i lavori di ristrutturazione e riqualificazione del complesso eseguiti a partire dal 2014 e terminati nel marzo 2016, sono stati realizzati grazie a permessi e autorizzazioni paesaggistiche rilasciati illegittimamente in violazione della normativa urbanistica e paesaggistico-ambientale della zona in cui si trova il complesso. L’area è sottoposta a vincolo ambientale come territorio costiero, dichiarata di notevole interesse pubblico e a vincolo idrogeologico ed archeologico, poiché il complesso è confinante con gli scavi archeologici di “Villa Gradelle” di epoca romana. Le indagini hanno evidenziato che l’intervento di ristrutturazione comprende l’intero complesso immobiliare, che, da struttura balneare, risulta trasformato in un complesso residenziale di tipo alberghiero, attraverso la realizzazione di alcune stanze e di un appartamento – dependance; questo cambiamento di destinazione d’uso non è consentito nella zone dove si trova la struttura, di cui risulta anche l’abusiva occupazione del demanio marittimo per la discesa a mare del complesso balneare, di 37,50 mq.