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Napoli – Il futuro della partecipata Napoli Servizi manda in frantumi la maggioranza “arancione”. È stata una seduta all’insegna dell’alta tensione quella di oggi in via Verdi, dove le opposizioni in consiglio comunale sono andate sulle barricate contro il mancato passaggio in aula della delibera sul nuovo contratto di servizio stilato tra il Comune e la sua società in house per la gestione del patrimonio. Quella che ne è venuta fuori è stata una nuova debacle, con la seduta sciolta per mancanza di numero legale.

«Da parte dell’amministrazione – tuona il consigliere David Lebro de La Cittàc’è il reiterato disprezzo per l’aula che si manifesta anche oggi con la decisione di parlare di patrimonio senza che il Consiglio abbia discusso del nuovo contratto di servizio». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il M5S che con il consigliere Matteo Brambilla ha affermato che «la Giunta scientemente scavalca il Consiglio. Noi vogliamo dati, numeri e sapere che cosa ha fatto in questi anni la Napoli Servizi, a cui con il contratto di servizio si affidano ulteriori incarichi». Strali anche dal Partito democratico, che con il consigliere Diego Venanzoni ha sottolineato «l’assenza in aula della maggioranza e la responsabilità delle opposizioni che hanno mantenuto il numero legale». Per Fratelli d’Italia è stata indicata la necessità che «prima di proseguire la seduta bisogna fare chiarezza perché – ha spiegato il consigliere Andrea Santorosecondo noi il contratto di servizio non è un atto di Giunta ma deve essere un atto di Consiglio».

Il consiglio comunale ha quindi concluso i lavori per mancanza del numero legale. A decretare lo scioglimento della seduta è stato l’esito della votazione alla pregiudiziale presentata dalle opposizioni e illustrata dal consigliere del M5S Brambilla, che ha visto pezzi di maggioranza uscire dall’aula con le forze di opposizione. Comportamento che ha visto così presenti in aula soltanto 13 consiglieri, insufficienti per proseguire il dibattito. «Questa amministrazione dilapida occasioni, la seduta del Consiglio è saltata per mancanza del numero legale. Rappresentava un’opportunità per accendere un faro su una gestione fallimentare del patrimonio immobiliare e la maggioranza ancora una volta ha dimostrato di non avere a cuore gli interessi della città e di un patrimonio che appartiene prima di tutto ai cittadini e che è uno dei più preziosi d’Italia con oltre 60mila immobili per un valore di 2 miliardi e mezzo di euro che l’amministrazione in tutti questi anni non è mai riuscita a mettere a reddito», sbotta Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e consigliere comunale di Forza Italia.