- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – I finanzieri del comando provinciale di Napoli hanno dato esecuzione al sequestro preventivo, anche per equivalente, emesso dal tribunale di Napoli, su richiesta della 3^ sezione della Procura della Repubblica partenopea, di numerosi conti correnti e beni immobili intestati a 27 soggetti, coinvolti in una frode informatica ai danni di una nota agenzia di viaggio partenopea – che opera anche nell’ambito dei servizi di tour operator nelle città di Napoli, Livorno e Civitavecchia – procurandosi ingiusti profitti patrimoniali e arrecando all’operatore turistico un danno patrimoniale quantificato in circa 1.400.000 euro.

Dall’analisi dei documenti gli investigatori hanno potuto far luce su un meccanismo truffaldino, protrattosi dal 2014 al 2016, ad opera di un impiegato “infedele” con la complicità degli altri soggetti, alcuni dei quali titolari di imprese operanti nel settore turistico (guide turistiche), che si prestavano a ricevere sui propri conti correnti somme per prestazioni, di fatto, mai effettuate. In particolare, il dipendente, grazie alla manipolazione di un software informatico, riusciva da ottenere dalla società napoletana il pagamento di fatture per servizi di tour operator o guide turistiche a favore di terzi soggetti operanti nel territorio campano, ad eccezione di uno con attività nel Lazio, di fatto mai eseguiti. I finanzieri – attivati da una denuncia – sono riusciti a comprendere il meccanismo della frode grazie ad alcune similitudini tra i documenti fiscali presentati per il pagamento: tutti con identica veste grafica pur se provenienti formalmente da soggetti differenti, e con gli stessi errori ortografici, proprio perché, come poi appurato con certezza, generati da un unico software.

L’attività svolta ha permesso altresì l’individuazione di tutti i soggetti coinvolti, sui cui conti correnti confluiva illecitamente il denaro, a danno della società partenopea, che, in alcuni casi, veniva versato su altri rapporti bancari intestati a società a loro riconducibili. Nell’indagine risultano indagati 27 soggetti, tutti campani ed un laziale, e coinvolte 4 società, cui viene contestato, in concorso tra loro ed a vario titolo, l’accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, la frode informatica, il riciclaggio e l’autoriciclaggio. Contestualmente all’esecuzione di perquisizioni domiciliari degli indagati, oltre ai conti correnti sono stati sequestrati anche alcuni immobili.