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Napoli – “Nel Paese ci sono 40mila edifici scolastici, 8mila autonomie scolastiche, ho scuole in appartamento a Scampia e poi ho scuole in palazzi dell’800. Si deve rispondere e dare soluzioni ad ogni singola realtà. Non si può fare scuola in un appartamento. Sogniamo una scuola dove si innestano dei soldi e che si possa migliorare”. È quanto dichiarato ieri pomeriggio dal ministro della pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi dedicata proprio alla riapertura delle scuole per settembre prossimo.

Dichiarazioni che non sono passate inosservate ma hanno portato all’immediata polemica, soprattutto considerando le parole in aggiunta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sempre riguardo Scampia: “Cerchiamo di accettare questa sfida, a Scampia una scuola come si deve, dobbiamo assolutamente tentare di offrire ai ragazzi del quartiere Scampia una scuola migliore”.

Immediata la replica di Paipais Apostolos, presidente della VIII Municipalità di Napoli, che ha chiesto a Giuseppe Conte di rendere nota la fonte alla base di tali dichiarazioni. È in quel momento che interviene il Ministero dell’Istruzione, che ritratta le dichiarazioni di Azzolina, spiegando che l’esempio di Scampia “non era corretto”

Ad intervenire sull’argomento è stato anche l’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri, che tramite una nota ha spiegato che si è trattato di “una infelice esemplificazione del ministro”. “Al di là degli stereotipi – ha poi chiarito la Palmieriné Scampia né numerosi altri quartieri popolosi delle periferie napoletane hanno “scuole in appartamenti. Viceversa, la ricchezza del patrimonio edilizio scolastico napoletano vede una grande varietà di situazioni, con scuole che vanno da fine Ottocento agli anni Ottanta come epoca di costruzione e solo residuali situazioni di scuole in edilizia privata, che si contano sulle dita di una mano”.

“Grazie anche all’intenso lavoro svolto in questi anni per razionalizzare la rete scolastica con ingenti investimenti sia di città metropolitana che dei comuni, allo stato attuale, va detto che degli oltre 400 plessi scolastici della città di Napoli che nascono ab origine come scuole, molte sono già investite da lavori di adeguamento per la sicurezza finanziate dagli enti locali e da fondi europei. Permangono, certo, forti difficoltà di manutenzione ordinaria legate allo strangolamento dei bilanci degli enti locali, cui si aggiungono oggi esigenze straordinarie legate alle emergenza covid, che sono state ampiamente segnalate al governo tramite Anci e Upi. Ma il tema che abbiamo posto come enti locali non riguarda la natura delle strutture ma le misure di adeguamento edilizio necessarie al distanziamento e alla conquista di spazi consoni all’attuazione delle misure di prevenzione sanitaria quale il distanziamento. Spiace che dopo tante interlocuzioni ancora questo non sia chiaro, ci auguriamo che lo diventi al più presto”.

“Invitiamo il Ministro – ha quindi concluso Annamaria Palmieria inaugurare l’anno scolastico a Napoli, così da visitare di persona le nostre belle scuole, a Scampia come in altri quartieri”.