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Napoli – Pietro Ioia – il garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli arrestato insieme con altre sette persone oggi, dai carabinieri di Castello di Cisterna, con l’accusa di avere introdotto cellulari e droga nel carcere napoletano di Poggioreale – ha partecipato alla realizzazione della docuserie di SkyCamorriste 2” andata in onda nel 2017.

Ioia presentò la serie – riguardante la vita di sei donne “di camorra” – in una conferenza stampa durante la quale, in rappresentanza dell’associazione ex-detenuti Napoli, sottolineò il valore della cultura della legalità.

Ex spacciatore della camorra, che ha trascorso ventidue anni in carcere, Ioia ha raccontato la sia vita anche attraverso un libro, intitolato “La ‘cella zero’. Morte e rinascita di un uomo in gabbia” poi diventato uno spettacolo teatrale. In entrambi ha raccontato le vessazioni subite quand’era in cella che, una volta uscito di carcere, ha provveduto a denunciare.

Nella serie tv Ioia ha ricoperto il ruolo di location manager, offrendo la sua collaborazione al regista Paolo Colangeli per individuare ex detenute da proporre per gli episodi dedicati, appunto, alle donne di camorra.

L’INTERVISTA – “Tra noi nacque un’amicizia e adesso, con questo gesto, ha completamente svilito la sua aspirazione di redenzione iniziata attraverso il percorso culturale“. A parlare di Pietro Ioia, il garante dei detenuti di Napoli arrestato stamane dai carabinieri, è Paolo Colangeli, regista della docuserie di SkyCamorriste 2” al quale Ioia ha preso parte in veste di location manager.

Colangeli, che ha conosciuto bene Ioia, lo descrive come un uomo “tra l’incudine e il martello“: “Il martello della camorra, che l’ha sfruttato e lo Stato che l’ha bastonato“. Tornando alla ruolo ricoperto nell’ambito della produzione della serie tv, Colangeli sottolinea che “anche grazie alle ex detenute che lui riuscì a individuare, siamo riusciti a ricreare lo psicodramma vissuto da quelle donne di camorra“.

Ha cercato di crescere attraverso il percorso culturale, iniziato proprio con lo spettacolo teatrale tratto dal suo libro, un percorso di crescita“, conclude il regista, “che adesso ha completamente svilito“.