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Un Carlo Ancelotti mai “pienamente soddisfatto” per deformazione professionale. E’ quanto emerge dalla conferenza stampa della vigilia di GenkNapoli, gara valevole per la seconda giornata della fase a gironi della Champions. Dopo l’esordio positivo contro il Liverpool, la squadra azzurra è chiamata a dare continuità al suo cammino europeo, sfatando anche il tabù trasferta. 

Ancelotti torna però sulla presunta strigliata fatta ai suoi giocatori dopo la sofferta vittoria con il Brescia: “Strigliata non mi piace come termine, di solito si strigliano gli asini. Noi abbiamo fatto una valutazione normale delle cose andate bene e quelle non andate bene. Bene la qualità del gioco, l’impegno, quelle non andate bene c’è stato un atteggiamento troppo remissivo del secondo tempo, ma valutazioni che facciamo sempre, poi se a voce più o meno alta sono piccolissimi dettagli”.

Contro il Genk, reduce dal pesante 6-2 in casa del Salisburgo, è una gara da non sottovalutare secondo il tecnico emiliano: “Se non pensiamo che domani qui ci sarà da soffrire, andiamo incontro a brutte figure”. La compagine belga “è una squadra che gioca un buon calcio offensivo con idee chiare e con una identità precisa. Cercherà di fare un calcio propositivo. E’ accaduto anche a Salisburgo dove poi ha sofferto le ripartenze avversarie”.

“Si cerca sempre il massimo – spiega Ancelotti -, il Napoli sta lavorando bene ma secondo me può e deve fare molto meglio. Ho grandissima considerazione della mia squadra e dei miei giocatori, ma le volte che sono pienamente soddisfatto sono poche. Conoscendo il valore della rosa e considerando quello che può fare, diventa difficile per me essere pienamente soddisfatto”. La sintesi del suo pensiero, probabilmente anche per nascondere qualche problema di tenuta fisica e mentale, è in quest’altro passaggio: “Paradossalmente la mia squadra mi piace più quando c’è da soffrire, quando vedo la squadra dentro la nostra area, quando siamo nel fortino mi sento più tranquillo”.