- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Solo 4 aree metropolitane, in Italia, sono riuscite a contenere le perdite idriche e a mantenerle sotto la media nazionale del 37%. Ancora ritardi sui depuratori: per circa 30 milioni di italiani gli impianti sono inadeguati e non conformi alle direttive europee. Tre agglomerati su quattro in infrazione si trovano al Sud e le multe sono già costate all’Italia 77 milioni di euro.

È quanto emerge dal dossier di Legambiente “Acque in rete – criticità e opportunità per migliorarne la gestione in Italia”, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
L’Italia è prima in Europa per prelievi di acqua a uso potabile (oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno, 25 milioni di metri cubi pari a 419 litri per abitante al giorno), l’Italia è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’Oms, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola. Ad aggravare la situazione ci sono l’annoso problema delle perdite lungo la rete, i nodi irrisolti sulla depurazione e le alte percentuali di “non classificato” in merito alla qualità e alla quantità dei corpi idrici, specie al Sud, che denunciano una grave mancanza di conoscenze di base sullo stato delle acque.

Guardando alle perdite di rete, i dati raccontano come l’acqua che preleviamo non venga trattata adeguatamente e in modo sostenibile, ma spesso dispersa e sprecata, con un gap tra acqua immessa nelle reti di distribuzione e acqua effettivamente erogata che va da una media del 26% nei capoluoghi del Nord al 34% in quelli del Centro Italia, fino al 46% nei capoluoghi del Mezzogiorno.

Nel 2019, i consumi medi pro-capite di acqua nelle città capoluogo italiane non sono scesi sotto i 100 litri per abitante al giorno: tra quelle meno virtuose troviamo Milano e Reggio Calabria (entrambe oltre i 170 litri), mentre i consumi più contenuti si registrano a Palermo e Napoli (rispettivamente 111 e 114 litri).

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ricorda come l’acqua sia “il primo bene comune della vita e Napoli è l’unica città in Italia ad aver subito rispettato il referendum del 2011 sull’acqua pubblica. Tuttavia, non ci è dato sapere quali siano le percentuali di spreco e dispersione.