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Napoli – Da primo cittadino a “statista”. Luigi de Magistris analizza la fase di stallo che attanaglia la politica nazionale dopo le Politiche del 4 marzo scorso e lancia la propria idea per provare a dar vita a un Esecutivo. L’ex pm, sul punto, non ha dubbi e chiede che a guidare l’ipotetica squadra di governo sia un team di sindaci italiani. Il tutto sotto l’egida del Movimento 5 Stelle. «In questo momento molti in Italia sono preoccupati per l’assenza di un interlocutore politico. Il Governo è fermo, così come il Parlamento. È fermo tutto. Forse in questa impasse potrebbe essere utile chiamare l’Anci e vedere se nell’attuale vuoto politico dodici sindaci, guidati da un primo cittadino del partito che alle elezioni ha ottenuto la maggioranza dei voti, sono in grado di presentare un Governo al Paese». È questa la proposta del primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris, che lancia l’idea di un “Esecutivo dei sindaci” a guida 5 Stelle per superare lo stallo post-voto.

Secondo de Magistris, chiamare i sindaci «sarebbe in questo momento di difficoltà, il modo migliore per unire il Paese nelle diversità e per ricostruire un’Italia coesa perché i sindaci tra di loro vanno molto d’accordo anche quando appartengono ai fronti politici più lontani». L’ex pm ha sottolineato che «i sindaci sono quelli che non stanno due mesi nei talk show televisivi, ma sono ogni giorno in mezzo alla strada tra la gente, i problemi, le ansie, i sogni e le passioni. Se veramente non c’è un Governo – ha aggiunto – forse presentare i sindaci, eletti direttamente dal popolo da Sud a Nord, potrebbe essere un’opzione. Sono sicuro che in un mese potremmo fare un programma che rilancerebbe il Paese in dieci giorni e potremmo anche prendere una fiducia molto allargata e successivamente andare al voto consentendo legittimamente ai partiti, fatta un’altra legge elettorale, di andare ad avere una stabilità politica». Secondo l’ex pm, qualora dalle consultazioni odierne non dovesse emergere la possibilità di poter formare un Governo e si scegliesse la strada del ritorno alle urne a luglio «rischiamo di trovarci nella stessa situazione e l’Italia è un Paese dove ci sono anche poteri forti e poteri criminali e pertanto un vuoto politico troppo lungo non è cosa che dà ossigeno democratico al Paese».