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di Marina Cappitti

Napoli – Sarà il candidato delle piccole-medie partite Iva tartassate e dei sovra indebitati che rischiano di perdere la prima casa, sua ‘specialità’ come avvocato. Si definisce liberale con il forte valore della famiglia “pronto a dialogare con tutti” ma non legato a nessun partito. “Se dovessi farcela – dichiara quando viene messo alle strette su dove si collocherà in caso di vittoria – entrerò nel gruppo misto”.

Riccardo Guarino si presenta così nel suo studio legale in via Medina. Pentito di deMa – anche se preferisce dirsi un autonomo iscritto in quella lista – si candidò alle comunali racimolando 959 voti, risultando primo dei non eletti. Ora tenta la corsa al Senato con Rinascimento partenopeo, l’associazione fondata nel 2018 che oggi conta un centinaio di iscritti.

Ma chi lo sostiene? Dove pescherà i voti? Ha molti amici e sostenitori in Italia Viva, si vocifera. A partire dalla moglie Chiara Albano assessore all’ottava municipalita’ e l’amico Giovanni Pagano, presidente Ente Parco delle Colline.

Lui replica ed insiste “la mia è una candidatura civica reale, voglio essere traino per i partiti non a loro rimorchio. Non guardo se una proposta o un provvedimento viene dalla Lega o dal Pd: basta siano validi”. Sicuro è a chi vuole sottrarre i voti: Sandro Ruotolo.  “Sono io il vero outsider: Ruotolo è una candidatura calata dai giochi dei partiti, non rappresenterà la città ma gli equilibri delle forze politiche. Votarlo è da pazzi” dice chiedendo un faccia a faccia immediato con il candidato di Luigi de Magistris e del Pd. “Non l’ho mai sentito finora parlare di programmi per Napoli e per la Campania: facciamo un confronto”. Non solo Ruotolo, ‘avversario-nemico’ di Guarino è il sindaco di Napoli.

La città è a rischio default, senza trasporti, sporca: la sua è un’amministrazione fallimentare. Il Comune di Napoli va commissariato”. Le elezioni suppletive a Senato saranno una partita importante anche per le regionali. Ma di Vincenzo De Luca invece cosa pensa?  “Forte, tenace ha saputo resistere alle lotte interne. Con la sua amministrazione non si è fatto un passo indietro, ma nemmeno in avanti però. Bisognava fare molto di più”. Pronto a sostenerlo alle regionali? “Vediamo chi ci sarà in campo, poi decideremo” risponde assicurando che non si candiderà alle regionali, ma farà comunque la sua parte. Contrario alla politica di questo Governo “giustizialista e che vessa i cittadini”, se dovesse diventare senatore quale sarà la sua prima battaglia per Napoli e la Campania? “Mi impegnerò – dice – perché ci sia un dialogo istituzionale costante con il Governo centrale. Magari con una legge speciale che non sia di assistenzialismo, ma per un rilancio reale del Sud che deve partire da Napoli”.