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Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano incinta di sette mesi, ha chiesto di accedere a un programma di giustizia riparativa. Un’istanza, quella avanzata dalla sua legale Giulia Geradini, che sarà discussa nel processo d’appello, “anche per mezzo di una vittima surrogata”, ossia una vittima di reati analoghi, nel caso in cui i famigliari della ragazza non se la sentissero di partecipare. La sostituta pg Maria Pia Gualtieri ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di Milano di rigettare la richiesta in quanto “non si vede quale vantaggio potrebbe derivarne”. 
 
Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, è tornato in aula davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano. Con indosso una camicia a quadretti azzurri, l’ex barman siede ai primi banchi accanto alla sua legale Giulia Geradini. Dietro di lui, ci sono la mamma e il papà della vittima, arrivati questa mattina dalla provincia di Napoli e presenti a ogni udienza anche nel processo di primo grado. 
 

Corte in camera consiglio, attesa sentenza Impagnatiello

 
I giudici della Corte di Assise d’appello di Milano si sono ritirati in camera di consiglio. La sentenza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo in primo grado per aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, è attesa per le 13.30. La sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri ha chiesto la conferma della pena massima, così come il legale Giovanni Cacciapuoti, che assiste i familiari della vittima. La difesa di Impagnatiello, che è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere, ha chiesto che vengano escluse le aggravanti della premeditazione e della crudeltà e che gli vengano riconosciute le attenuanti generiche.
   Giulia, 29 anni, è stata uccisa con 37 coltellate il 27 maggio 2023 nella loro abitazione a Senago, nel Milanese. Quello stesso giorno, poche ore prima, si era incontrata e confrontata con la donna con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela, facendo così crollare il suo “castello di bugie”.