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Napoli – Il senatore Luigi Cesaro, nell’inchiesta che ha portato all’arresto dei suoi tre fratelli e a misure cautelari per altre 56 persone, è indagato per concorso esterno in associazione camorristica con il clan Puca di Sant’Antimo (Napoli).

Secondo il gip Maria Luisa (et non Tommaso, come erroneamente indicato in precedenza Miranda, lui, con il fratello Aniello, è “l’interlocutore della camorra con la politica locale. Lui concorda con i boss Lorenzo e Pasquale Puca prima e con Francesco Di Lorenzo poi, la formazione delle liste dei candidati alle cariche elettive, e provvede a finanziare la compravendita di voti“.

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, Cesaro “prendeva accordi con i boss Ferdinando Puca e Pasquale Verde per sostenere la candidatura a consigliere comunale di Salvatore Castiglione, Nello Cappuccio e Crescenzo Bencivenga, candidati prescelti proprio da Puca e da fratelli Cesaro nelle elezioni comunali di maggio 2012. Stessa scena alle elezioni del 2017, dove prendevano accordi per far eleggere il sindaco Corrado Chiarello“, scrive il gip nelle oltre mille pagine di ordinanza. Aniello e Raffaele, con la costruzione del centro commerciale Il Molino, secondo la tesi dei pm avallata dal gip, avevano creato una società  occulta con Pasquale Puca, consentendogli di reinvestire i soldi del clan. Antimo, infine, “avrebbe realizzato attraverso la gestione del centro Igea Sant’Antimo una società occulta con Pasquale Puca in modo da operare in totale tranquillità. Inoltre avrebbe mantenuto i familiari del detenuto versando quote variabili“.