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Napoli – In questi giorni è il medico più ricercato d’Italia. Parliamo del professor Paolo Ascierto, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, primo medico a utilizzare il farmaco per l’artrite reumatoide per curare i malati di Coronavirus. Il “Tocilizumab”, il nome del farmaco in questione, dopo i primi pazienti curati a Napoli, ha consentito un miglioramento rapido delle condizioni di salute anche sui pazienti ricoverati in terapia intensiva a Modena, Fano, Pesaro e Cosenza. Il farmaco si dimostrato efficace nel trattamento della polmonite interstiziale causata dal Covid-19 e ha convinto l’Aifa che ha autorizzato lo studio Tocivid-19 per valutare l’efficacia e la sicurezza del farmaco. L’oncologo sannita, in un’intervista ad Anteprima24, spiega come procede la sperimentazione.

Com’è nata l’idea di usare il Tocilizumab nei pazienti Covid?

“È stata la scoperta dell’uovo di Colombo. Il Tocilizumab è conosciuto da noi oncologi per gli effetti collaterali dell’immunoterapia e viene usato proprio per le complicanze da polmonite. Da qui è venuta l’idea, supportata anche dall’esperienza di alcuni medici cinesi con cui  collaboriamo come Pascale, di usare il farmaco in due pazienti ricoverati in terapia intensiva al Cotugno per covid 19. Il trattamento ha dato risultati significativi nelle prime 24 ore. Da qui l’idea di comunicarlo ai giornali e quindi di fare in modo che venisse trattato anche in altri ospedali d’Italia. Gli ottimi esiti hanno portato in tempi record l’Aifa a dare l’ok per la sperimentazione clinica. In Cina, quando anche loro, quasi in contemporanea con noi, hanno deciso di usarlo, ha avuto effetti immediati su 20 pazienti su 21 trattati”.

Come sta andando il tentativo di utilizzare il farmaco per l’artrite reumatoide nei casi di pazienti positivi al coronavirus?

“Lo studio, coordinato dall’Unità Sperimentazioni Cliniche del Pascale diretta da Franco Perrone, è iniziato giovedì scorso. Alla sperimentazione finora si sono iscritti 411 centri ospedalieri di ogni parte d’Italia, soprattutto al Nord. I pazienti che verranno trattati sono finora circa 3mila”.

Si è detto che se l’emergenza arrivasse a Sud il sistema non reggerebbe. Lo pensa anche lei? E quando prevede un calo del contagio in Campania?

Prima ancora di un calo è previsto un picco del contagio in Campania per metà aprile. La speranza è che l’invito del Governo centrale e regionale a restare a casa sia seguito il più possibile”.

Lei è tifoso della Juventus, come si guarisce da questa malattia?

Si, io sono un tifoso della Juventus, ma non la ritengo una malattia. Una sola volta sono stato contento di indossare la maglia del Napoli, ma l’ho fatto per un giovanissimo paziente che poi purtroppo è morto”.