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“Compie un omicidio volontario chi alla guida investe e uccide dopo avere assunto droga e alcol”. Non sa darsi pace Gianfranco Morra, padre di Lucia Morra, la ventenne napoletana travolta e uccisa da un’auto lo scorso settembre mentre era in sella di uno scooter guidato dal fidanzato 23enne, Francesco Altamura, anche lui deceduto sul colpo. Alla guida della vettura che li ha uccisi c’era, quella tragica notte tra il 29 e il 30 settembre scorsi, il 34enne Dario Lenci a cui il giudice ha concesso gli arresti domiciliari (vicenda della quale riferisce Il Mattino). Una decisione che ha scatenato l’ira dei genitori dei due ragazzi: “Non riesco ancora a capire come sia possibile – dice ancora Gianfranco – è risultato positivo all’alcol e alla cocaina. Vorrei parlare con il giudice e dirgli ‘cosa avrebbe dovuto fare per andare in galera uno così? Una strage? Non sono omicidi stradali, perché chi investe e uccide dopo avere assunto droga e alcol commette omicidio volontario”.

“Lui sta a casa – dice ancora il padre di Lucia – mentre noi, nostra figlia, ce l’abbiamo in un’urna, accanto a una foto, sul comodino. Chiedo giustizia per due vite spezzate, – conclude il padre di Lucia – e mi rivolgo al ministro della Giustizia”. “Perché non si è proceduto all’arresto in flagranza – si chiede l’avvocato Sergio Pisani, legale di Morra – obbligatorio in caso di positività alla droga. Qui è anche emerso un mix con l’alcol. In questi casi sarebbe necessario prevedere una presunzione di pericolosità e la custodia in carcere in fase cautelare”. Secondo Pisani “questa vicenda supera anche i perimetri della condotta di omicidio stradale: non è possibile applicare un regime detentivo che si fonda sul mero autocontrollo di un soggetto che ha dimostrato di essere assolutamente ‘inaffidabile e onnipotente’ come ha giustamente affermato il pm nella richiesta di custodia in carcere respinta dal Gip”.