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In tanti, numerosi, colorati, poderosi: tutti uniti per un sogno di stringere nelle mani. La Juve Stabia ha chiuso la cavalcata trionfale proprio a Benevento, in casa dell’antagonista. E forse nel calcio e’ questa la vera essenza della gioia.

Un pareggio che profuma di vittoria e che e’ figlio di una gara di sofferenza, in fondo la partita la doveva fare il Benevento e l’ha fatta la squadra di Auteri. Erano quelli inattesi, la squadra che doveva lottare per la salvezza e che, invece, si e’ messa tutti alle spalle a dispetto dei milioni di euro sparsi a destra e a manca dalle antagoniste. Qualcuna ha confermato le aspettative, Avellino e Benevento in primis, qualche altra ha dilapidato e rischia addirittura, come Crotone e Catania. E non tragga in inganno quando si sente la parola fortuna associata alla Juve Stabia, non c’e’ ‘dea bendata’ che tenga, si tratta della classica giustificazione di chi esce sconfitto dalla lunga battaglia. In questo caso hanno vinto le idee, la programmazione e sono state vinte le scommesse fatte da Lovisa (a proposito la prima scommessa e’ stata proprio il diesse). In questo caso ha vinto la squadra che ha fatto il suo percorso a dispetto di chi si e’ concentrato nell’attendere la caduta della prima dimenticando, pero’, che prima bisogna vincere le proprie di partite. Tutte corazzate, tutte alle spalle di questa Juve Stabia intensa, dura, decisa, forse non bellissima in questa circostanza, ma solida e granitica, sostenuta da tifosi che non si aspettavano tanta gloria.

In casa non sono mai stati tantissimi, forse proprio perche’ c’e’ stata incredulità, forse perche sembrava un sogno e tutti si aspettavano di essere svegliati quanto prima. Ma il risveglio c’e’ stato e la realtà e’ stata pari pari al sogno, un sogno che inizia per B e che lancia una società che e’ pronta a misurarsi con la cadetteria e a farlo con lo stesso entusiasmo portato al ‘Vigorito’.

Un sogno centrato in una gara nella quale la formazione di Pagliuca, almeno ai punti, avrebbe meritato di lasciare i tre punti sul campo. Non sarebbe stata in questa circostanza, sarebbe arrivata alla prossima, questo e’ un dato di fatto. Ma non aver perso al Vigorito e’ comunque il segno di una solidità tradotta dai numeri messi insieme in questa stagione. Numeri da primato, numeri da promozione.

La festa e’ cominciata al Vigorito, ora ci si puo’ godere il finale sapendo già cosa c’e’ scritto in questa romanzo lungo nove mesi. Un parto felice di una creatura che e’ pronta a muovere i primi passi in un contesto ben diverso da quell’inferno chiamato Serie C.