- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Abbiamo individuato le risorse per intervenire anche nel Complesso di Donnaregina vecchia, per farlo tornare al suo antico splendore”. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a Napoli per il ritorno nel centro storico della Flagellazione di Caravaggio, opera che è stata tra le star della mostra di Capodimonte al Louvre fino a gennaio, e che in occasione della Pasqua e fino al 31 maggio sarà esposta al museo Diocesano Donnaregina, con un nuovo apparato didattico, il coinvolgimento di scuole e associazioni.

La trecentesca chiesa di Donnaregina vecchia, gioiello gotico, (edificata agli inizi del XIV secolo per volere della regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò) necessita di interventi soprattutto al tetto. Ammirando l’allestimento al Diocesano del Caravaggio (che da oltre cinquant’anni, per ragioni di sicurezza, ha lasciato la chiesa di San Domenico, per essere custodita a Museo di Capodimonte), il ministro ha sottolineato: “È un’opera immensa, straordinaria, esposta in un contesto di altrettanto valore. Cultura e turismo sono un binomio inscindibile, aumenta la domanda di cultura e chi viaggia vuole conoscere identità dei luoghi, iniziative come queste offrono ai turisti il valore della nostra storia”.

Per l’apertura della mostra presenti il presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo Edifici di Culto e direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt (“celebriamo il ritorno della Flagellazione a Napoli e la Pasqua esponendo l’opera in un contesto sacro”), monsignor Alfonso Russo, il curatore Pierluigi Leone de Castris, il direttore per la gestione museale Elio De Rosa.

Per l’occasione i visitatori con un solo biglietto possono vedere anche le Sette Opere di Misericordia, altro capolavoro del Caravaggio, che si trova a pochi metri dal Museo di Donnaregina, al Pio Monte della Misericordia. Sarà quindi una primavera all’insegna del grande pittore lombardo: dal 1 marzo alla Fondazione Banco Napoli sarà esposta La cattura di Cristo, la cosiddetta opera ‘sconosciuta’ del Merisi, mentre il celebre ‘Il martirio di Sant’Orsola’ è nelle collezioni delle Gallerie d’Italia in Via Toledo.